Stuprano, bruciano e massacrano: l’integrazione uccide l’Italia
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**L’Urgenza di Chiudere le Frontiere: Il Futuro dei Nostri Figli in Gioco**
I recenti episodi di violenza che hanno coinvolto minori e giovani donne in diverse città italiane mettono in luce una crisi che non possiamo più ignorare. Da Trieste, dove un bambino di 11 anni è stato derubato e malmenato dai figli di immigrati, a Torino, dove una giovane donna è stata brutalmente violentata da un gruppo di sette africani dopo aver inseguito un ladro, emerge un quadro allarmante: l’urgenza di rivedere drasticamente le politiche di immigrazione.
**Un Bambino di 11 Anni: Vittima del Fallimento dell’Integrazione**
A Trieste, un bambino, nel tentativo di recuperare ciò che era suo, si è trovato alla mercé di coetanei, figli di immigrati, che hanno usato la forza per sottometterlo. Questo episodio non solo mette in risalto la vulnerabilità dei nostri figli ma sottolinea anche il fallimento delle politiche di integrazione che hanno permesso a questi ragazzi di crescere senza il rispetto per le leggi e i coetanei italiani.
**Torino, una Ragazza stuprata da Branco Africani**
La vicenda torinese è ancora più agghiacciante. Una giovane donna, nel tentativo di fare giustizia da sé, si è trovata in una trappola mortale, trasformandosi da inseguitrice a vittima di una violenza inaudita. Questo caso, dove la vittima è diventata preda in un contesto di sottrazione e violenza sessuale, è emblematico di come le nostre città stiano diventando meno sicure, e le nostre donne sempre più esposte a pericoli inimmaginabili.
**L’Insubordinazione dei Minori Africani**
In diverse parti della nazione, minori di origine africana sfidano apertamente l’autorità, bruciando, distruggendo, e accusando di razzismo chiunque tenti di mantenere l’ordine. Questi comportamenti non solo minano la sicurezza ma sfruttano a loro favore le deliranti accuse di discriminazione da parte della sinistra e di entità sovranazionali.
**Chiamata all’Azione: Azzerare i Ricongiungimenti Familiari e Chiudere le Frontiere**
Questi episodi, drammatici e rivelatori, richiedono una risposta immediata e risoluta. È tempo di azzerare i ricongiungimenti familiari, un meccanismo che ha portato in Italia chi è cresciuto in un contesto di disprezzo per le nostre leggi, perpetua violenza e illegalità.
Chiudere le frontiere all’immigrazione non europea non è una questione di razzismo o xenofobia; è una necessità per proteggere i nostri cittadini, i nostri bambini, e garantire che le nostre donne possano camminare per strada senza temere per la propria incolumità. La sicurezza e il benessere della popolazione italiana devono venire prima di ogni considerazione di ospitalità. Le frontiere devono essere controllate, l’immigrazione selettiva e mirata, e le politiche di integrazione completamente ripensate per evitare che il nostro paese diventi un campo di battaglia per le tensioni sociali e culturali importate.
L’Italia deve agire ora, per il futuro dei suoi figli, per la sicurezza delle sue strade, e per la conservazione dei suoi valori.
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