Verona, africani vogliono bere sangue italiani ma le toghe arrestano italiani
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A Verona sono mesi che gli immigrati commettono reati come stupri e violenze. Dopo l’abbattimento di Moussa Diarrea, abbiamo anche saputo che un delinquente abituale era libero di andare in giro armato di coltello a caccia di passanti e poliziotti.
Nonostante questo, la procura locale, settimane fa – per il solito fantomatico psicoreato di ‘odio razziale’ – ha arrestato gli unici che reagiscono fisicamente a questo. Lo Stato c’è e sta con i delinquenti:
https://voxnews.info/2024/07/12/verona-arrestati-ultras-per-odio-razziale-hanno-picchiato-criminali-baby-gang/
Oggi, invece, abbiamo assistito a tremila africani che hanno aggredito poliziotti, bloccato le strade e terrorizzato i cittadini. Molti di loro urlavano di volere bere il sangue di Salvini e degli italiani: non è odio razziale? Dove sono gli arresti?
** Verona: La Giustizia al Contrario e l’Immigrazione**
A Verona, da mesi, la comunità è testimone di una serie di reati commessi da immigrati, che vanno dagli stupri alle violenze. Questa situazione è degenerata ulteriormente con la morte di Moussa Diarra, un noto clandestino che, nonostante il suo passato criminale, era libero di girare per le strade della città armato di coltello, minacciando passanti e forze dell’ordine:
In questo contesto di crescente insicurezza, la reazione della procura locale ha lasciato molti cittadini esterrefatti. Settimane fa, invece di concentrarsi sulla crescente criminalità, la procura ha scelto di perseguire per ‘odio razziale’ coloro che hanno fisicamente reagito a questi atti di violenza. Questo lascia un messaggio inquietante: lo Stato sembra più interessato a proteggere i diritti di chi delinque che a garantire la sicurezza dei suoi cittadini.
Ieri, la situazione ha raggiunto un punto critico. Tremila immigrati, in un corteo che avrebbe dovuto essere pacifico, hanno invece dato vita a scene di violenza e caos. Hanno aggredito le forze dell’ordine, bloccato le strade, e creato un clima di terrore tra i cittadini. Le urla di odio contro figure politiche come Matteo Salvini, con frasi come “Voglio bere il sangue di Salvini e degli italiani”, non possono essere liquidate come semplici espressioni di dissenso. Non si tratta solo di critiche politiche; queste parole e azioni sì incarnano odio razziale.
E dove sono gli arresti in questo caso? Mentre chi reagisce alla violenza rischia l’accusa di odio razziale, chi manifesta apertamente odio verso gli italiani e le istituzioni non sembra ricevere lo stesso trattamento. Questa disparità di giustizia è non solo percepita ma vivida nel tessuto sociale di Verona.
Questo scenario mette in luce una crisi nell’applicazione della legge e nella gestione dell’immigrazione. Si pone la domanda: a chi serve questa giustizia inversa? La risposta sembra essere chiara: non ai cittadini che vivono nella paura, non alle forze dell’ordine che cercano di mantenere l’ordine, e certamente non a una società che aspira a vivere in pace e sicurezza.
È tempo di chiedere allo Stato di fare il suo dovere, di proteggere i suoi cittadini e di assicurare che la legge sia applicata equamente. La giustizia non può essere un concetto che cambia a seconda di chi la commette o la subisce. La sicurezza dei cittadini di Verona, e dell’Italia intera, non può essere sacrificata sull’altare del politically correct. Il posto degli africani non è l’Italia.
Moussa Diarra = Mousse Diarrea
A cucchiaiate, mi raccomando, mangiatela a cucchiaiate e il resto spalmatevelo in faccia che sarete più belli e le compagne ve la daranno, è garantito merdaiole come sono!