ONG tedesca confessa: “Immigrati li usiamo come servi” – VIDEO
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La portavoce della ONG traghetta #migranti Sea Watch @giorgialinardi: “Il lavoro migrante sostiene l’Italia. Pensiamo al delivery che ci arriverà a casa questa sera”
Si, lo ha detto veramente. Questi sono i “buoni”.@pgferraro pic.twitter.com/tmAtKj1Wz2
— Francesca Totolo (@fratotolo2) October 28, 2024
La Verità Scomoda delle ONG: Quando il ‘Soccorso’ diventa un Business di Lavoro a Basso Costo
In un momento di straordinaria sincerità, Giorgia Linardi, portavoce della ben nota ONG Sea Watch, ha rivelato una verità che molti sospettavano ma che raramente viene ammessa apertamente. In un recente video, Linardi ha dichiarato senza mezzi termini: “Il lavoro migrante sostiene l’Italia. Pensiamo al delivery che ci arriverà a casa questa sera”. Questa affermazione, pronunciata con il candore di chi crede di fare del bene, ha sollevato un vespaio di polemiche, portando alla luce una realtà spesso mascherata dietro il velo dell’umanitarismo.
Le ONG, che per anni si sono presentate come i salvatori dei migranti in mare, le paladine dei diritti umani, ora sembrano confessare un ruolo ben più complesso e ambiguo. Si tratta solo di fornire manodopera a basso costo a multinazionali affamate di lavoratori disposti a svolgere lavori schiavili che i locali non possonoa ccettare. Questo sistema, che molti hanno denunciato come una nuova forma di schiavismo o “navi negriere” moderne, è stato ora ammesso da una delle figure di spicco del movimento.
La confessione di Linardi non è solo un episodio isolato. Il suo coinvolgimento con Avocats Sans Frontières, finanziata da George Soros e dall’Unione Europea, aggiunge un ulteriore strato di complessità. Soros, noto per il suo sostegno a iniziative di “apertura delle frontiere”, e l’UE, con la sua politica migratoria controversa, sono spesso al centro di critiche per il loro ruolo nella gestione dei flussi migratori.
Se il loro ruolo è diventato quello di facilitare il trasferimento di lavoratori a basso costo, dove finisce la loro missione umanitaria e dove inizia quella di fornitori di manodopera?
La dichiarazione di Linardi ha sollevato il velo su una realtà che molti preferirebbero ignorare, ponendo domande scomode sulla responsabilità delle ONG e sul futuro dell’immigrazione. In un’epoca dove l’umanitarismo e il business spesso si intrecciano, è più importante che mai distinguere tra chi agisce per il bene comune e chi, non involontariamente, sta perpetuando un sistema di sfruttamento.
“Il lavoro migrante sostiene l’Italia. Pensiamo al delivery che ci arriverà a casa questa sera”
Sorvolando sull’anglicismo esterofilo, vorrei stigmatizzare un paio di punti che vengono regolarmente ignorati perchè, a seconda della convenienza, due più due non fa sempre quattro.
Nel secolo scorso i gay e le “signore libere” si concedevano due settimane di vacanze in Africa o in Giamaica per sfogarsi con gli indigeni compiacenti, oggi invece li hanno a disposizione tutto l’anno a casa propria: basta ordinare una pizza a mezzanotte ed il gioco è fatto…
Tra i due episodi ce ne è un terzo che si colloca a fine ‘900 sulle spiagge liguri: i vu’ cumprà che si offrivano alle bagnanti solitarie e poi anche ai gay (*collana 1.000 lire, pareo 5.000, io tutta notte 50.000 e colazione”) facendo scoprire la bellezza della trasgressione irresponsabile “a la càrte” praticamente sotto casa, poi i milanesi hanno capito che si poteva evitare di andare fino a Rapallo, facendo arrivare gli africani direttamente in casa propria col suddetto sistema.
OT: un mio conoscente milanese assolutamente per bene aveva provato ad ordinare delle pizze in tarda serata e si è visto arrivare un negrone in piena erezione che non capiva perchè non lo facessero entrare in casa…
Insomma, per qualcuno questo è veramente il migliore dei mondi possibile, speriamo solo che crepi presto e malamente, come si merita…