Senatore rivela: “Dietro i dossier un piano per portare il PD al governo”
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### Borghi Accusa: “Un Piano per Portare il PD al Governo”
**Genova, 28 ottobre 2024** – In una intervista, il senatore della Lega e membro del Copasir, Claudio Borghi, ha sollevato gravi accuse riguardo a una presunta manovra politica che, secondo lui, mira a destabilizzare il governo per favorire l’ascesa del Partito Democratico (PD) al potere. Borghi ha parlato di un fenomeno che egli descrive come il “sistema dei dossier”, dove la raccolta e l’uso improprio di dati personali e sensibili diventano strumenti di potere politico ed economico.
**Il Sistema dei Dossier**
Borghi ha sottolineato come il controllo dei dati sia diventato un campo di battaglia cruciale, spesso sottovalutato. “Molti hanno compreso l’importanza di possedere dati e hanno messo in moto un meccanismo, a volte per scopi politici, come nel caso Striano, altre volte per interessi puramente economici o aziendali,” ha spiegato. L’episodio del 2008, quando i redditi di tutti i contribuenti furono pubblicati online per errore, è stato ricordato da Borghi come il momento in cui si è compreso veramente il potere della massa di dati.
**Le Accuse di Destabilizzazione**
Secondo Borghi, il caso Striano del 2019, dove accuse di riciclaggio contro Matteo Salvini emersero dai media, ha mostrato come queste operazioni di informazione potrebbero essere usate per influenzare la politica italiana. “Il governo giallo-verde stava attraversando settimane complicate e vedere accuse contro Salvini sui giornali ogni giorno, che poi risultarono false e frutto di accessi illegali, ha avuto effetti deleteri,” ha dichiarato. Sebbene Borghi chiarisca che il governo è caduto per altri motivi, afferma che questi eventi hanno contribuito a deteriorare i rapporti con il Movimento 5 Stelle, facilitando così l’ascesa del PD al governo.
**Chi C’è Dietro i Dossier?**
Borghi ha insinuato che queste manovre non sono casuali ma seguono un piano ben preciso. Ha sottolineato la mancanza di dossier simili contro figure di sinistra, suggerendo una certa selettività nell’uso di tali strumenti. “Non ho visto dossier contro Gentiloni, o contro altre figure di sinistra,” ha detto, implicando che vi sia una sorta di “squilibrio” nelle investigazioni mediatiche e giudiziarie.
**La Necessità di una Commissione Parlamentare**
Proponendo una soluzione, Borghi ha suggerito la necessità di una commissione parlamentare d’inchiesta per esplorare più a fondo queste pratiche. “È in gioco la democrazia,” ha affermato, sottolineando che la semplice attività dell’Anti-Mafia non basta più di fronte a quello che descrive come un fenomeno crescente.
**Critiche alla Maggioranza**
Borghi ha anche criticato l’inazione della maggioranza di governo. “C’è timidezza, quasi modestia,” ha detto, “non vogliono dare l’impressione di intervenire su questioni che riguardano noi stessi.” Ora, secondo Borghi, è il momento di agire, promuovendo leggi più stringenti sulla protezione dei dati e indagando su queste manovre.
**Conclusione**
La denuncia di Claudio Borghi apre una finestra su un dibattito che riguarda non solo la politica italiana ma anche la sicurezza dei dati personali e il loro uso nella lotta politica. Con queste affermazioni, Borghi invita a una riflessione più profonda sul funzionamento della democrazia in Italia e sul ruolo che l’informazione e i dati giocano in questo contesto.
No, il dosseraggio funziona solo se “l’attenzionato” è un fesso che ci crede e si lascia ricattare…
Ma se uno sbandiera il discorso della privacy è solo un povero illuso che pensa di essere unico al mondo, come se gli altri non trombassero, non rubassero, non si drogassero ecc ecc…