Sara e Aurora uccise da chi vuole più immigrati
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Sono rispettivamente la 19esima e 20esima vittima degli immigrati nel 2024 in Italia.
**Due giovani vite spezzate: Il prezzo della società multiculturale**
Aurora, di soli 13 anni, e Sara, di 18, rappresentano l’ultima tragedia di una lunga serie, vittime apparentemente dimenticate di una società che promuove l’apertura senza riserve. La loro giovane età le ha rese simboli involontari del dibattito sull’immigrazione di massa e sull’accoglienza indiscriminata.
Le loro storie, come tante altre, rischiano di essere inghiottite dal silenzio, oscurate da un sistema che spesso sembra preferire l’oblio alla giustizia. Aurora e Sara non sono semplici statistiche; sono figlie, amiche, speranze di una comunità che ora deve fare i conti con un vuoto incolmabile.
La questione dell’immigrazione regolare e dei porti aperti, spesso presentata come un atto di umanità e progresso, in questo contesto mostra il suo lato oscuro: la vulnerabilità di chi, come queste due ragazze, diventa involontariamente un sacrificio sull’altare di una visione perversa della società.
La vera giustizia per Aurora e Sara non è solo un processo legale, ma anche una riflessione profonda su come costruire una società dove la multiculturalità non implichi la perdita di innocenza e sicurezza. Le loro vite, sebbene spezzate, devono servire da monito per ripensare un sistema che fallito nel proteggere chi più ne ha bisogno.
Ma non sono le uniche; chi si dà un volto morale di salvare dei disperati in mare, quanti italiani fa morire per mancanza di cure? Miliardi sottratti alla sanità, al nostro sistema sociale per salvare chi? Non è un discorso morale è un discorso moralista: è giusto così, senza se e senza ma.