Buonista blocca sorella ammazzata da immigrato: “Se ti lamenti sei razzista”
Related Articles
### L’indignazione contro il buonismo di sinistra: un caso emblematico
Il buonismo di sinistra ha raggiunto livelli di paradossale insensatezza, come dimostrato da un recente episodio che lascia senza parole. Durante un evento in ricordo di Franca Marasco, una giovane donna italiana brutalmente uccisa a coltellate da un immigrato clandestino marocchino con due decreti di espulsione già emessi, un’attivista di sinistra ha scelto di farsi portavoce di un’ideologia che sfida ogni logica e rispetto per le vittime.
https://twitter.com/fratotolo2/status/1852983147463377256
Immaginatevi la scena: la sorella di Franca, in un momento di profondo dolore e ricerca di giustizia, sta parlando al pubblico. E cosa succede? Una provocatrice, evidentemente non interessata a mostrare alcun riguardo per il contesto o il dolore della famiglia, decide di alzarsi e interromperla. Il suo intervento? Accusare la sorella di Franca di razzismo.
Questo non è solo un atto di maleducazione, è un’offesa alla memoria della vittima e una dimostrazione di come il buonismo possa distorcere la realtà fino a diventare grottesco.
**Il buonismo a tutti i costi**
Il termine “buonista” è diventato sinonimo di una forma di attivismo sociale che spesso ignora le conseguenze reali delle proprie azioni, privilegiando l’apparenza morale e la retorica politically correct. Il caso di Franca Marasco è un esempio lampante di come questa ideologia fallisca nel riconoscere i veri problemi di sicurezza e integrazione.
L’assassino di Franca non era solo un immigrato, ma un individuo che aveva già ricevuto due ordini di espulsione, che non erano stati eseguiti. Questa informazione non dovrebbe essere ignorata o travisata per adattarsi a un’ideologia che vede ogni critica all’immigrazione come un attacco razzista.
**Il diritto al lutto e alla giustizia**
La domanda che sorge spontanea è: dove si trova il confine tra il diritto di esprimere opinioni e il rispetto per la sofferenza altrui? La sinistra buonista, in questo caso, ha superato questo confine con un salto mortale, dimostrando una mancanza di empatia e un’ostinazione ideologica che non tiene conto del contesto.
La sorella di Franca, in quel momento, non stava parlando di politica, ma del dolore per la perdita della sorella, della ricerca di giustizia e forse di un sistema che potrebbe aver fallito nel proteggere la sua famiglia. Accusarla di razzismo è non solo fuori luogo, ma anche un tentativo di soffocare un discorso legittimo su sicurezza e legalità con una parola che, oggi, viene usata come arma per chiudere ogni dibattito.
**Conclusione**
Questo episodio è un monito per tutti noi. Dimostra come il buonismo possa diventare non solo un ostacolo al dialogo costruttivo, ma anche un’arma di distruzione emotiva contro chi vive un dramma personale. È tempo che la sinistra rifletta sul proprio attivismo, riconosca i limiti della propria retorica e ammetta che ci sono momenti in cui il silenzio, l’ascolto e il rispetto per chi soffre dovrebbero prevalere su tutto. La memoria di Franca Marasco, e quella di tutte le altre vittime di crimini simili, merita più di un dibattito politico manipolato. Merita verità, giustizia e rispetto.
Si prende la disturbatrice e le si spacca il culo a bastonate, che altro?
Se le piace ringrazierà, se non gradisce capirà da sola che doveva stare zitta…
Sinistri osceni traditori della patria e marionette woke!