Toghe rosse in piazza per difendere il collega che vuole riempire l’Italia di clandestini

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By V novembre 4, 2024 11:57

In un mondo normale chi compra bambini all’estero sarebbe in galera. Non farebbe il giudice. Immaginate farsi giudicare da uno che prendendolo dove non si dice va a prendersi i bambini all’estero sfruttando la povertà di una donna.






Migranti: è scontro al Csm sul giudice attivista che ha bocciato il dl “Paesi sicuri”

Migranti: è scontro al Csm sul giudice attivista che ha bocciato il dl “Paesi sicuri”

Il Csm si spacca sul giudice di Bologna che ha rinviato alla Corte di giustizia Ue il decreto del governo sui “Paesi sicuri” in cui è possibile rimpatriare i clandestini senza diritto d’asilo che la Marina militare porterà nell’hotspot albanese di Gjader. Secondo la richiesta dei membri togati indipendenti e di Area, Unicost, Md, e i laici Ernesto Carbone, Michele Papa e Roberto Romboli sul giudice del provvedimento Marco Gattuso ci sono state “dichiarazioni fortemente polemiche di titolari di altissime cariche istituzionali” che hanno determinato “una inaccettabile pressione sui giudici” e “un obiettivo condizionamento per quelli che in futuro si dovranno occupare delle medesime questioni; essa, pertanto, vulnera l’indipendenza dell’intera magistratura”.
Attivista gender, padre grazie all’utero in affitto assieme al compagno, Gattuso è un militante di Magistratura Democratica, una delle correnti rosse delle toghe. Contro Gattuso “dichiarazioni in nessun modo correlate al merito delle argomentazioni giuridiche sviluppate nell’ordinanza e gravemente delegittimanti dei magistrati che l’hanno pronunciata e di tutta la magistratura”, dicono i togati indipendenti Roberto Fontana e Andrea Mirenda, Domenica Miele di Md e Antonello Cosentino di Area.
La richiesta di tutela ha spaccato il Csm e soprattutto Magistratura indipendente: su sette togati moderati, in tre non hanno aderito alla richiesta. Favorevoli Paola D’Ovidio, Eligio Paolini, Dario Scaletta e Edoardo Cilenti, non hanno firmato Bernadette Nicotra, Maria Luisa Mazzola e Maria Vittoria Marchiano. A chiarire la posizione ufficiale di Mi ci ha pensato il leader Claudio Galoppi con una nota: “Ci esprimiamo per la difesa incondizionata del magistrato che, nell’esercizio legittimo delle proprie funzioni (e senza versare in situazioni che ne possano minare la credibilità in relazione alle specifiche materie sulle quali si pronuncia), sia oggetto di attacchi personali ingiusti, che ledono la sua dignità”, a causa di “illazioni giornalistiche che attengono a sfere di vita individuale privatissima e familiare, che nulla hanno a che vedere con la decisione assunta nell’esercizio delle funzioni”.
Nel merito i togati difendono anche la decisione di chiamare in causa la Corte di giustizia Ue per chiedere “l’esatta interpretazione di una direttiva dell’Unione”, viceversa le polemiche politiche sulla vita privata rappresentano a loro dire “un obbiettivo condizionamento per quelli che in futuro si dovranno occupare delle medesime questioni”, creando quindi un vulnus all’indipendenza dell’intera magistratura.

È inaccettabile che l’Associazione Nazionale Magistrati (Anm) scenda in piazza per difendere un giudice che contesta apertamente il governo sui migranti. Questa mossa rappresenta un vero e proprio atto di eversione anticostituzionale, un tentativo di minare l’autorità del governo democraticamente eletto e di imporre una visione politica attraverso il potere giudiziario.

La giunta esecutiva dell’Anm emiliano-romagnola ha convocato un’assemblea con urgenza per manifestare solidarietà ai giudici bolognesi che, secondo l’Anm, sarebbero stati messi nel mirino per una sentenza sgradita al governo. Il presidente nazionale dell’Anm, Giuseppe Santalucia, ha dichiarato che i giudici non sono politicizzati e che sbaglia il governo a parlare di toghe rosse. Tuttavia, è evidente che questa manifestazione è un tentativo di difendere una posizione politica mascherata da difesa dell’indipendenza giudiziaria.

Le critiche mosse dalla maggioranza contro il Tribunale di Roma e i magistrati bolognesi che hanno chiesto lumi in Europa sui Paesi considerati sicuri per i rimpatri sono state bollate come “attacchi personali”. Ma la realtà è che queste decisioni giudiziarie stanno ostacolando l’azione del governo nel gestire l’emergenza migratoria e garantire la sicurezza dei cittadini.

È ora di dire basta a questa ingerenza politica da parte della magistratura. I giudici devono limitarsi a far rispettare le leggi, senza interferire con le decisioni politiche del governo. La separazione dei poteri è un principio fondamentale della nostra Costituzione, e qualsiasi tentativo di minarlo deve essere fermamente condannato.

Fonti


Toghe rosse in piazza per difendere il collega che vuole riempire l’Italia di clandestini ultima modifica: 2024-11-04T11:57:07+00:00 da V
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