“Schiaffi, sputi, testate”: la più cattiva era quella con la cittadinanza italiana
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In un episodio che ha scosso l’opinione pubblica italiana, un capotreno è stato brutalmente aggredito dai soliti immigrati sprovvisti di biglietto. Tra questi, una ragazza egiziana, nata in Italia e con cittadinanza italiana, ha partecipato all’assalto con una violenza inaudita: schiaffi, sputi e testate. Questo atto di violenza non solo mette in discussione la sicurezza dei lavoratori, ma solleva anche preoccupanti questioni la concessione della cittadinanza e sull’integrazione degli stranieri in Italia.
Il fatto che la giovane, cresciuta in Italia e beneficiaria della cittadinanza italiana, abbia partecipato a questo atto di violenza, esemplifica un problema che va oltre la semplice delinquenza.
**L’Ingratitudine e la Questione della Cittadinanza**
Ottenere la cittadinanza italiana dovrebbe essere un privilegio raro, un riconoscimento di un legame con il Paese che va oltre i meri diritti legali. Ma quando si assiste a episodi come quello descritto, dove l’aggressore è una persona che ha ricevuto i benefici di vivere e crescere in Italia, la domanda sorge spontanea: come possiamo accettare che chi ha ricevuto tanto da questo paese possa poi manifestare un tale disprezzo verso i suoi cittadini? Quelli veri? E’ semplice: ci odiano.
**Un Appello per lo Ius Sanguinis**
Questo increscioso episodio ci porta a riflettere sulla necessità di rivedere il nostro sistema di concessione della cittadinanza. Lo ius soli, che prevede l’acquisizione della cittadinanza italiana per chi nasce nel territorio nazionale e che esiste anche nella legge attuale al 18esimo anno di età o dopo una decina d’anni di residenza, spesso viene visto come un mezzo per promuovere l’integrazione. Tuttavia, gli eventi recenti e non ci mostrano che l’integrazione non esiste; anzi, può a volte portare a una radicalizzazione o a un rifiuto delle norme sociali del paese ospitante. Basti pensare alla Francia e ai milioni di rivoltosi islamici delle banlieus.
Tornare allo ius sanguinis, dove la cittadinanza si basa sulla discendenza da cittadini italiani, è l’unica via per garantire che chi riceve la cittadinanza non solo abbia legami storici con l’Italia ma anche una comprensione profonda dei suoi valori e delle sue tradizioni.
**Conclusione**
L’atto di violenza commesso dalla giovane egiziana con cittadinanza italiana non è solo un episodio isolato di criminalità; è una sveglia per la nostra società. Non dobbiamo dare la cittadinanza a chi ci odia. A chi non è dei nostri. E, siate certi: sono milioni quelli che ci odiano e che sono pronti a prenderla solo per interesse. Per poi dominarci come la ragazzina egiziana ha fatto col capotreno.
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