Orban invoca la rivolta contro le toghe rosse: “Sono dalla parte degli invasori”
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Ripristinare i confini e le sovranità nazionali. Fermare le toghe rosse.
**Orban chiama alla Rivolta contro le Toghe Rosse: Un Appello per il Sovranismo**
La crisi migratoria in Europa ha raggiunto un punto critico, e le parole del Primo Ministro ungherese Viktor Orban risuonano come un grido di allarme per molti paesi, Italia compresa. Orban ha recentemente dichiarato che l’Italia si trova in una situazione simile all’Ungheria: i governi prendono decisioni, ma poi la Corte di Giustizia Europea interviene a bloccarle. Questo fenomeno, che Orban definisce “trappola” dell’attivismo giurisdizionale, mette a rischio la sovranità e la volontà dei popoli europei.
Il recente caso del Decreto Cutro ne è un esempio lampante. Il tribunale di Palermo ha liberato due richiedenti asilo e ha chiesto l’intervento della Corte Europea, mettendo in discussione la capacità degli stati membri di gestire autonomamente la questione migratoria. Allo stesso modo, il tribunale di Bologna ha rinviato al giudizio della Corte Europea il decreto sui ‘Paesi sicuri’, dimostrando come la legislazione nazionale possa essere facilmente sovvertita da decisioni esterne. Grazie al collaborazionismo di una minoranza iperattiva della nostra magistratura ideologicamente corrotta.
Orban ha sottolineato che questa dinamica “sta facendo crollare i pilastri del nostro sistema istituzionale”. È un fenomeno che non solo mina le politiche interne, ma anche la fiducia dei cittadini nelle istituzioni nazionali. La sua affermazione che “Tutti vogliono un cambiamento” riflette un sentimento diffuso tra molti europei, stanchi di vedere le loro nazioni governate più dai tribunali che dai parlamenti eletti.
La rivolta contro le cosiddette “toghe rosse” – giudici percepiti come attivisti politici più che interpreti imparziali della legge – non è solo un atto di resistenza contro una specifica corrente ideologica, ma un appello per ripristinare l’ordine legale e il rispetto delle decisioni democratiche prese a livello nazionale. Se vogliamo veramente affrontare la crisi migratoria e prendere misure efficaci, è necessario che i governi abbiano la libertà di agire senza l’intervento costante e spesso contraddittorio della giustizia europea.
È tempo che l’Europa riconosca la necessità di un equilibrio tra la cooperazione internazionale e il diritto dei singoli stati di proteggere i loro confini e cittadini. La ribellione contro un attivismo giudiziario che sembra sovvertire la volontà popolare è un passo cruciale verso il ripristino di questa sovranità.
Orban ha un grande vantaggio: sa chi è il suo nemico in casa sua, quel Soros che manovra un bel numero di magistrati ungheresi prezzolati.