“Non sono ebreo!”, così i passanti si sono salvati dalla furia islamica
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Oggi tocca agli ebrei. Domani accadrà a tutti noi. Le nostre città stanno diventano piccole Gaza. Dalle quali i sostenitori di Hamas si muovono in branco per colpire. Verranno a prenderci nelle nsotre case se non azzeriamo l’immigrazione islamica regolare.
Ma non dubitate. E’ solo un assaggio. L’islamizzazione dell’Europa e dell’Italia, se non fermata, riguarderà anche i non ebrei. Almeno loro un paese dove fuggire e che difendono, ce l’hanno, noi dove potremo fuggire, quando i musulmani saranno maggioranza? Ad Amsterdam si comportano come tale pur rappresentando non acora il 20 per cento della popolazione.
Amsterdam, escalation antisemita
Amsterdam, che ogni anno la propaganda ci ricorda essere la città di Anna Frank, per farci sentire in colpa mentre fanno entrare i nuovi persecutori degli ebrei, è stata stanotte teatro di un’escalation di violenza islamica antisemita che ha scosso profondamente la comunità locale e internazionale. Durante una serie di attacchi mirati, i passanti terrorizzati gridavano “I’m not a Jewish”, “Non sono ebreo!” per cercare di salvarsi dalla furia dei gruppi islamici.
L’incidente più grave è avvenuto dopo la partita di calcio tra l’Ajax e il Maccabi Tel Aviv, quando i tifosi israeliani sono stati presi di mira da gruppi organizzati di manifestanti. Questi gruppi, armati di manganelli e cinture, hanno cercato di entrare negli alberghi dove soggiornavano gli israeliani, gridando slogan come “Palestina libera” e colpendo chiunque incontrassero per strada.
La situazione è rapidamente degenerata, con numerosi video che mostrano scene di violenza estrema. In uno di questi video, si vedono uomini correre per le strade di Amsterdam, inseguendo e aggredendo altri uomini mentre le sirene della polizia risuonano in sottofondo. Le autorità olandesi hanno arrestato decine di immigrati islamici coinvolte negli attacchi, ma la paura e l’indignazione rimangono alte.
Amsterdam è l’approdo di una lunga scia di orrori. «Abbiamo deluso la comunità ebraica dei Paesi Bassi durante la seconda guerra mondiale e ieri sera abbiamo fallito di nuovo» ha detto il re d’Olanda al presiente israeliano, aggiungendo che quanto accaduto ricorda «tempi bui e tetri per il popolo ebraico».
Ma sbaglia chi pensa che questa faccenda, questo nuovo 7 ottobre in terra europea, riguardi solo gli ebrei. O che riguardi altri Paesi. Magari lontani. Magari il Daghestan russo, dove il 30 ottobre 2023 decine di persone hanno invaso la pista dell’aeroporto di Makhachkala cercando passeggeri ebrei su un volo proveniente da Tel Aviv. I dati dicono che gli atti di violenza antisemita sono aumentati esponenzialmente. Sono fra noi. E non si tratta di una «reazione» alla guerra al terrore che il governo di Gerusalemme combatte da 13 mesi per annientare le organizzazioni terroristiche che minacciano la sicurezza dei cittadini israeliani. No, il 7 ottobre era esso stesso violenza antisemita. Della stessa matrice, islamista.Sbaglia chi pensa che non sia coinvolta anche l’Italia, che pure ha un’immigrazione più “acerba” e contenuta. I segnali ci sono stati, e ci sono. Nel 2017 una manifestazione nel cuore di Milano, un corteo contro Israele – ma c’è chi si ostina a definirli «pro Palestina» – ebbe il suo culmine nelle grida antisemite che minacciavano «morte agli ebrei». Nel Capodanno fra il 2021 e il 2022 si è visto un incredibile episodio di «Jihad sessuale» in piazza Duomo, paragonabile all’aggressione di decine di donne molestate a Colonia nel 2016.
E il 22 ottobre dello scorso anno, sempre a Milano, da un esagitato nutritissimo gruppo di manifestanti nordafricani (pro Pal, no?) si è alzato l’urlo «uccidiamo gli ebrei», o «mangiamo gli ebrei». Chi ha reagito? Come? Ci sono state manifestazioni di solidarietà? «Anche il 25 aprile – racconta Davide Romano, direttore della Brigata ebraica, parte integrante della Liberazione – a Milano siamo stati oggetto di aggressioni verbali e fisiche».
«Mi domando – aggiunge – cosa stanno facendo le istituzioni locali e nazionali per prevenire che in Italia avvengano fatti gravi come quelli accaduti ieri in Olanda, e negli anni scorsi in Francia, Germania, Inghilterra, Svezia». «Se il governo italiano sta lavorando bene dal punto di vista della difesa dei punti sensibili (ebraici e non) – osserva – è illusorio pensare che ciò possa essere sufficiente. Serve anche una reazione culturale».
Avete voluto la bicicletta? E adesso pedalate…
L’antisemitismo ormai è tutto di estrema sinistra e di importazione. È poi sono d’accordo con gigi, che si sta prendendo botte e coltellate in questo periodo sono gli stessi che 20 o 30 anni fa hanno voluto l’immigrazione incontrollata. Forse un po’ gli sta anche bene
Mi scusi Sig.Sacchi se la contraddico ma è nei primi anni ’70 che il PCI fece entrare i primi nordafricani in Italia, per mostrarê da vicino alla gente comune quanto fossero bravi e che quindi la storia delle “Marocchinate dei Volsci” era una balla della Destra.
Nacquero così i famosi “Vu’ cumprà”, che la sera crollavano al secondo bicchiere di vino e che tutto sommato erano innocui, almeno rispetto ad oggi.
Il famoso “compromesso storico” tra DC e PCI passava anche attraverso questa allegra invasione… che bastardata.