Pesta chiunque gli capiti a tiro ma non vogliono espellerlo
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Da anni gira da un centro accoglienza all’altro e voi pagate.
Si arrende anche la comunità di recupero: il delinquente di vicolo Rialto esce e torna a colpire
Nonostante gli sforzi della comunità di recupero, il delinquente di vicolo Rialto è tornato a colpire. Il diciassettenne, noto per il pestaggio avvenuto nel cuore di Treviso, era stato trasferito in una comunità di prima accoglienza a Trieste subito dopo l’arresto. Tuttavia, dopo essere stato accolto in una comunità di recupero fuori regione, il giovane è tornato a delinquere.
Questo episodio solleva gravi interrogativi sull’efficacia delle misure di recupero e reinserimento sociale per i giovani delinquenti. Nonostante gli sforzi delle autorità e delle strutture di recupero, sembra che il sistema non sia in grado di prevenire la recidiva e di proteggere la comunità dai comportamenti violenti di questi individui.
La comunità di recupero, che aveva accolto il giovane con l’obiettivo di aiutarlo a reintegrarsi nella società, si trova ora a dover fare i conti con il fallimento del proprio intervento. Questo caso mette in luce la necessità di rivedere le politiche di recupero e di adottare misure più efficaci per garantire la sicurezza dei cittadini.
È stato lui, assieme a un amico, a balzare agli onori della cronaca lo scorso aprile quando in vicolo Rialto ha prima insultato una mamma a passeggio con i figli, poi picchiato un uomo che si era fermato per difendere la donna e infine aggredito i poliziotti di una volante arrivati sul posto per placare gli animi. Venne arrestato anche perché era ben noto perché da mesi imperversava a Silea per la disperazione di tutti.
Dopo quell’episodio il giovane era stato portato in una comunità a Trieste nella speranza di poterlo recuperare. Ma inutilmente. Le intemperanze non sono cessate, i suoi atteggiamenti aggressivi non si sono placati. E alla fine, dopo mesi di tentativi, è stato rispedito a casa con gli stessi problemi di prima. Un ragazzo difficile, ben noto ai servizi sociali, ma soprattutto alle forze dell’ordine. Che venerdì pomeriggio sono state nuovamente chiamate a intervenire. Il 17enne stava lanciando sassi contro le vetrate dei gazebo del parco dei Moreri, spazi normalmente utilizzati per le festine dei bambini o per i pranzi di squadre sportive e associazioni, e aveva importunato anche alcuni anziani a passeggio. Atteggiamenti ripetuti, fastidiosi oltre che dannosi. Quando i carabinieri sono arrivati il giovane, con alcuni amici, si era appena allontanato. «Proveremo a studiare un progetto per tentare un nuovo inserimento», spiegano dal Comune. Ma senza troppa convinzione. Il ragazzo è ancora minorenne, ma lo sarà per poco. A inizio 2025 compirà 18 anni e inizieranno anche i primi guai giudiziari perchè le malefatte compiute negli ultimi mesi potrebbero essere incanalate nei primi procedimenti.
I fatti di aprile, a Treviso, sono stati i più gravi della sua “carriera”. Il 17anne e un amico 15enne, poco dopo le 13 passando in bicicletta per vicolo Rialto avevano incrociato una mamma assieme ai suoi due figli piccoli. La donna gli avea chiesti di scendere e loro, in tutta risposta, avevano iniziato a insultarla. In quel momento passava di là anche Luca Gobbo, imprenditore che vive in Svizzera ma originario di Treviso, subito intervenuto a difesa della donna. Ma i due bulli non si sono fatti intimorire. Anzi hanno iniziato a offendere e minacciare pure lui. L’uomo ha reagito agli insulti ed è stato aggredito: «Si sono scatenati – ha ricostruito poco dopo l’aggressione – in due contro uno. Mi hanno tirato una serie di pugni e schiaffi centrandomi in faccia e mi hanno aggredito fino a buttarmi a terra. Si sono quindi accaniti colpendoli ovunque, soprattutto in testa con i calci. E mi hanno scagliato addosso un bidone delle immondizie. I camerieri dell’antico Pallone sono intervenuti cercando di farli smettere e di togliermeli di dosso. Mentre il gioielliere della bottega qui accanto ha chiamato le forze dell’ordine». E poi lo stesso trattamento è stato riservato agli agenti intervenuti per sedare gli animi. Risultato: manette ai polsi del 17enne, arrestato per violenza e resistenza a pubblico ufficiale e denuncia per lesioni aggravate nei confronti del 15enne. L’accoglienza in una comunità specializzata nella gestione di ragazzi difficili sembrava poter risolvere il problema. Ma così non è stato.
TONFA! TONFA! TONFA!
Lo ripeto:
TONFA! TONFA! TONFA!
Poi vedi come piange, diventa buono, striscia per terra e non attacca più come una bestia feroce…