Un altro studente picchiato dai coetanei africani: «Ha paura di tornare a scuola»
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La madre: «Una banda di nordafricani lo ha accerchiato e preso a pugni filmando tutto con il telefono».
Modena, un altro studente picchiato alla stazione delle corriere da coetanei africani: «Ora ha paura ad andare a scuola»
Un giovane studente del liceo Venturi è stato brutalmente picchiato da un gruppo di coetanei nordafricani alla stazione delle corriere di Modena. L’episodio è avvenuto quando il ragazzo ha tentato di difendere un amico più giovane che stava subendo un’aggressione. La madre della vittima ha raccontato che il figlio è stato accerchiato e preso a pugni, mentre gli aggressori filmavano tutto con il telefono.
La violenza è stata tale che il giovane ha riportato ferite al volto e al corpo, ed è stato trasportato al pronto soccorso per le cure necessarie. La madre ha espresso preoccupazione per la sicurezza del figlio, che ora ha paura di andare a scuola e di frequentare la stazione delle corriere.
Questo episodio è solo l’ultimo di una serie di aggressioni avvenute nella zona, che è diventata un luogo pericoloso per i giovani studenti. Le autorità locali sono state sollecitate a prendere misure più efficaci per garantire la sicurezza e prevenire ulteriori episodi di violenza.
Aggressione alla stazione delle corriere di Modena
La testimonianza della madre
«Erano le 2 e mio figlio era in autostazione come tutti i giorni ad aspettare il bus – spiega – A un certo punto ha notato una baby gang di ragazzi nordafricani che stava picchiando un suo amico per derubarlo. È intervenuto pacificamente, ha chiesto di lasciarlo stare. Ma loro hanno mollato il ragazzo e si sono avventati su di lui con grande ferocia. Lo hanno accerchiato e preso a pugni, lui ha tentato di difendersi ma non ci è riuscito. Poi lo hanno buttato a terra e riempito di calci». La madre ha ancora i brividi a ripensare al figlio pestato senza pietà dalla baby gang.
L’intervento delle forze dell’ordine
«Fortunatamente sono arrivati i poliziotti e gli aggressori sono scappati – continua con la voce rotta dalla rabbia – Poi hanno chiamato l’ambulanza e ci hanno avvisato, lo siamo andati a prendere in pronto soccorso». Al loro arrivo in ospedale, mamma e papà hanno trovato il figlio in stato di shock. «Aveva ferite al volto, al naso e sotto gli occhi. Per fortuna niente di rotto. In pronto soccorso gli hanno detto che, se non fosse stato per la sua corporatura robusta, lo avrebbero fatto a pezzi con tutti quei calci mentre era a terra. Abbiamo anche visto un video: hanno registrato il pestaggio e poi diffuso tutto sui social network. Circolano diverse immagini».
Il nuovo incontro con la baby gang
Ma la storia non finisce qui. Qualche giorno dopo, infatti, i malintenzionati hanno di nuovo avvicinato il giovane: «Lo hanno riconosciuto e gli hanno detto che avrebbe dovuto ripagare la maglietta rotta di uno dei membri della baby gang che lo stava picchiando. A quel punto è intervenuto mio marito e se ne sono andati». Già, perché ora il ragazzo ha paura e si fa venire a prendere a scuola dal padre. «Non vogliamo più lasciarlo solo, lui ha paura, ogni volta che esce da scuola partono attacchi di panico e inizia a stare male. Non è ancora pronto per tornare a casa da solo, noi abitiamo in provincia».
L’appello affinché si intervenga
«Noi vogliamo che queste persone paghino per quello che hanno fatto, è inaccettabile. Ma soprattutto bisogna fare qualcosa per i più giovani. Mio figlio ha quasi finito le superiori, ma tanti ragazzi magari hanno davanti ancora 4 o 5 anni. È impensabile che vivano questa situazione a uscita di scuola. Al momento riusciamo ad andarlo a prendere, al mattino lo porta un nostro amico. L’episodio ha avuto ripercussioni sulla sua vita: ora non vuole più andare a Modena la sera con gli amici. Così non si può andare avanti», conclude la madre.
Un altro giovane minacciato
Ieri – venerdì 15 novembre – alla stazione dei bus un quattordicenne studente del Muratori è stato minacciato e preso a schiaffi da una baby gang. Il motivo è sempre il solito: volevano derubarlo di quei pochi spicci che aveva in tasca.
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