I loro figli lo dicono: “Odiamo bambini italiani”

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By V novembre 17, 2024 22:41

**Contro i Ricongiungimenti Familiari: Un Pericolo per l’Identità e il Futuro Italiano**

L’idea che l’Italia debba importare giovani migranti per sostituire la popolazione nativa, a causa di tassi di natalità ridotti post-leggi sull’aborto, è non solo economicamente insostenibile, ma anche un atto criminale contro il nostro futuro. Importare lavoratori già formati in modo rotativo sarebbe più sensato che incentivare l’immigrazione di intere famiglie, che spesso diventano un peso per lo stato sociale.

L’integrazione scolastica dei minori stranieri è un fallimento evidente. Gli studenti con cittadinanza non italiana soffrono di un ritardo scolastico significativo e sono i più a rischio di abbandono. La loro presenza nelle nostre scuole non solo ostacola il loro progresso, ma danneggia anche l’educazione degli studenti italiani, creando un ambiente meno sicuro e più problematico.

Stiamo importando una futura massa di mantenuti e sottoproletari, costruendo qui le nostre versioni delle banlieue francesi. Questo non solo implica costi sociali enormi, ma anche un rischio di radicalizzazione, come nel caso emblematico di una bambina nigeriana a cui si è insegnato a odiare i bianchi e i cristiani fin dalla giovane età. Questo odio, trasmesso attraverso i ricongiungimenti familiari, coltiva una generazione alienata e potenzialmente ostile.

La storia di Said, che ha ucciso Stefano Leo, è solo la punta dell’iceberg. Anche se non tutti i figli degli immigrati sono criminali in attesa, la tendenza verso l’odio e la violenza è allarmante. La Francia ci ha mostrato come le seconde generazioni possano essere un problema esponenziale, e noi stiamo replicando lo stesso errore.

I ricongiungimenti familiari non solo aumentano il numero di immigrati, ma creano anche le condizioni per ulteriori arrivi, generando un circolo vizioso di dipendenza e insicurezza sociale. È imperativo fermare questa invasione. La trasmissione culturale e religiosa, particolarmente forte nelle famiglie musulmane, rischia di alterare irrimediabilmente il tessuto sociale italiano.

Dobbiamo abrogare i ricongiungimenti familiari non per mancanza di umanità, ma per preservare il nostro futuro, la nostra identità e la nostra sicurezza. Ogni individuo ha diritto alle proprie credenze, ma non a scapito del nostro paese. Non nel nostro paese.

Stiamo importando una futura massa di mantenuti e sottoproletari, costruendo qui le nostre versioni delle banlieue francesi. Questo non solo implica costi sociali enormi, ma anche un rischio di radicalizzazione, come nel caso emblematico di una bambina nigeriana a cui si è insegnato a odiare i bianchi e i cristiani fin dalla giovane età.

E sono un pericolo. Cosa pensano, infatti, i figli degli immigrati dell’Italia e degli italiani? Ce lo spiega la storia di una bambina nigeriana di 10 anni.

Tutto inizia nel 2012. La nigeriana, 10 anni all’epoca dei fatti ma particolarmente precoce e decisa, viene iscritta a scuola e, tramite amici, incontra un gruppo di ragazzi più grandi di lei e appartenenti alla comunità islamica. La minore inizia a frequentarli.

Non si fa problemi ad esprimere davanti alla famiglia odio nei confronti dei ‘bianchi’, dei cristiani e cerca, contemporaneamente, di convincere la sorella più grande a ‘seguire la sua strada’. I genitori, preoccupati per quelle frequentazioni sospette e, soprattutto, terrorizzati dalla probabilità che la bambina si lasciasse convincere a ‘partire’, avvertendo qualche segnale in tal senso, si rivolgono prima ad un prete, poi agli assistenti sociali e, infine, all’avvocato.

Il disprezzo per il mondo che la circonda, però, aumenta e la famiglia, nel tentativo di allontanarla dalla comunità islamica, si trasferisce a Parma. In pochissimo tempo la minore riallaccia i contatti col gruppo attraverso gli islamici locali e inizia la ribellione vera, con un atteggiamento di rivolta verso l’istituto scolastico e verso il mondo occidentale, tanto da iniziare a compiere furti in segno di ‘odio’.

Al culmine di una lite, il padre la chiude in casa e la minore lo denuncia per maltrattamenti. Da qui l’avvio del procedimento. «Aveva idee forti e pericolose nei confronti degli italiani – spiega l’avvocato Patera – ce l’aveva col nostro paese».

Sono i compagni di scuola dei vostri figli. Se gli immigrati sono un problema, le seconde generazioni, come insegna la Francia, lo sono al quadrato. Minaccia esiziale.

I loro figli lo dicono: “Odiamo bambini italiani” ultima modifica: 2024-11-17T22:41:33+00:00 da V
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By V novembre 17, 2024 22:41
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