Il partito dei giudici minaccia chi critica le toghe rosse: “Ci saranno conseguenze”
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**La Minaccia delle Toghe Rosse**
L’Associazione Nazionale Magistrati (Anm) ha ieri mostrato un volto che non è più solo quello di un organo di giustizia, ma di una forza politica che minaccia la libertà di espressione e critica. Il loro ultimo comunicato ufficiale denuncia “attacchi sempre più frequenti” a provvedimenti giudiziari, accusando una “certa politica” e un “certo giornalismo” di condurre un “linciaggio mediatico”. Questo documento, approvato all’unanimità, segna un punto di non ritorno nella relazione tra magistratura e libertà di espressione. Arrivando da chi ha il potere di chiudere siti internet e indagare cittadini, è una grave minaccia.
### Il Piagnisteo delle Toghe
È palese che l’Anm si riferisca al governo Meloni, che ha osato criticare o mettere in discussione sentenze ritenute da molti come politicamente motivate. Le critiche, secondo i magistrati, sarebbero solo un pretesto per preparare il terreno a riforme che mirano a ridurre l’indipendenza della magistratura. Questo piagnisteo svela una paura: la paura di essere sottoposti a quella stessa scrutinio critico che ogni altro cittadino subisce quotidianamente.
### Il Diritto di Critica in Pericolo
La magistratura, invocando la propria libertà di espressione, sembra volerla negare agli altri. L’Anm ha accusato i media di “indebita ricostruzione della vita privata” dei giudici, ma dimentica che la critica verso le sentenze è un esercizio democratico essenziale, tanto quanto il diritto dei magistrati di esprimersi pubblicamente. Questa ipocrisia evidenzia un tentativo di intimidire chi osa mettere in discussione le loro decisioni, trasformando la critica in una questione personale.
### L’Annuncio di “Adeguate Iniziative”
L’Anm ha dichiarato l’intenzione di intraprendere non meglio precisate ‘azioni’ per proteggere la propria irresponsabilità, inviando il documento al Csm e al Consiglio nazionale dell’ordine dei giornalisti. Questo non è solo un j’accuse contro il governo e i media non allineati, ma rappresenta una minaccia implicita di ritorsioni giudiziarie contro chi critica apertamente la magistratura politica.
### La Necessità di una Riforma
Questa situazione rende ancora più urgente una riforma drastica del sistema giudiziario italiano. La magistratura non può essere un potere che si auto-regola senza essere soggetto al controllo democratico. L’indipendenza della magistratura, se usata per minacciare la critica legittima, non è un valore da difendere ma un pericolo per la democrazia.
**Conclusione**
Il comportamento dell’Anm dimostra come l’attuale struttura possa facilmente scivolare in una strumentalizzazione politica. È necessario che la magistratura torni a essere un organo di giustizia imparziale, e non un partito delle toghe che reagisce con minacce a ogni critica. L’Italia ha bisogno di una magistratura forte, indipendente sì, ma anche responsabile e trasparente, che non si senta al di sopra del controllo pubblico e democratico.
“Linciaggio mediatico”. Il piagnisteo delle toghe contro il governo e la stampa che li ha criticati
Nuova domenica, nuova polemica. L’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) ha deciso di puntare frontalmente il governo Meloni con una serie di interviste, dichiarazioni, convegni e comunicati ufficiali, tutti contro le iniziative dell’esecutivo nazionale. L’ultimo attacco arriva direttamente dal Comitato direttivo centrale dell’ANM, che ha approvato all’unanimità un documento in cui si parla di “attacchi sempre più frequenti a provvedimenti resi da magistrati italiani” da parte di una “certa politica”.
Le critiche sono state etichettate come pretestuose, sostenendo che i magistrati che hanno adottato queste misure “sarebbero intenti più a fare politica che a svolgere in modo imparziale il loro ruolo di giudici”. Nel documento si parla chiaramente di attacchi premeditati “per preparare il terreno a riforme che tendono ad assoggettare alla politica il controllo di legalità affidato dalla Costituzione alla magistratura”.
L’ANM ha denunciato un vero e proprio “linciaggio mediatico” da parte di un “certo giornalismo”, preceduto da operazioni di “indebita ricostruzione della vita privata dei magistrati autori di quelle decisioni finalizzate a selezionare e rendere pubbliche scelte personali ritenute correlate ai provvedimenti adottati”.
La Lega ha risposto duramente al documento dell’ANM, affermando che “per screditare la magistratura, basta la magistratura che blocca le espulsioni dei clandestini delinquenti, libera gli spacciatori per errore, va in piazza contro il governo, chiede la galera per Matteo Salvini perché ‘ha ragione ma va attaccato'”. La Lega ha inoltre invitato l’ANM a “meno convegni e più lavoro”.
La polemica continua a infiammare il dibattito pubblico, con l’ANM che chiede al Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) di intervenire in difesa dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura. La comunità politica e giudiziaria resta divisa su questo tema, con opinioni contrastanti sulla libertà di espressione dei magistrati e il loro ruolo nella società.
un governo serio cambierebbe questa splendida costituzione di merda a favore del popolo che lo prende nel didietro gia’ al primo punto!, ma un governo serio! privo dei minchioni attuali!