La bomba Cpr: jihadisti preparano rivolte e caos nei centri accoglienza

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By V novembre 17, 2024 11:10

**Emergenza nei Centri di Espulsione: Violenze e l’Ombra dell’Estrema Sinistra**

Negli ultimi tempi, i Centri di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr) in Italia sono diventati teatro di violenze inaudite, dove l’ordine pubblico è costantemente sotto assedio. L’episodio più recente, scoppiato a Milo nel Trapanese, ha visto cinque agenti del reparto mobile di Palermo feriti in una rivolta scatenata da migranti. Colpiti da una pioggia di pietre, spranghe, bottiglie, escrementi e urina, gli agenti hanno dovuto fronteggiare un attacco che non solo mette in discussione la loro incolumità ma solleva gravi domande sulla gestione di tali strutture.

Giuseppe Coco, segretario generale aggiunto del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap), ha denunciato con forza il clima di crescente pericolo che avvolge le forze dell’ordine, sottolineando come l’aggressione a pubblico ufficiale sia diventata una pratica quasi rituale. Non sono solo gli agenti a soffrire; le condizioni nei Cpr sono descritte come disumane, con episodi di autolesionismo e persino tentativi di suicidio tra i detenuti, segno di un sistema che non solo fallisce nel suo scopo di gestione ma diventa esso stesso un catalizzatore di disperazione e radicalizzazione.

Ancora più allarmante è l’infiltrazione di elementi radicali e jihadisti in queste strutture, dove si preparano non solo per la fuga ma per organizzare rivolte e creare caos. La recente scoperta di una bomba inesplosa in uno dei Cpr è un chiaro segnale di come la situazione sia degenerata, trasformando i centri non solo in luoghi di detenzione ma in potenziali campi di addestramento per attività criminali o terroristiche.

L’ombra dell’estrema sinistra si staglia minacciosamente su questi eventi. Organizzazioni che, sotto la copertura di difendere i diritti umani, sembrano più interessate a destabilizzare l’ordine pubblico. Queste entità eversive, spesso protette da una certa parte della magistratura, utilizzano i Cpr come terreno fertile per la propaganda e l’organizzazione, incitando i migranti non solo alla ribellione ma anche alla fuga, come dimostrato dai recenti tentativi di evasione a Gradisca d’Isonzo.

Il ddl sicurezza 1236/2024, che propone un inasprimento delle pene per chi attacca le forze dell’ordine e organizza disordini nei centri di accoglienza, rappresenta una risposta necessaria ma tardiva. È evidente che la militarizzazione delle strutture di espulsione, unitamente a misure preventive contro l’infiltrazione di radicali e la corruzione ideologica, sia necessaria per ripristinare l’ordine.

L’Italia non può permettersi di ignorare ulteriormente questa emergenza.






La bomba inesplosa Cpr: così disperati e jihadisti preparano rivolte e caos

La bomba inesplosa Cpr: così disperati e jihadisti preparano rivolte e caos

Ieri cinque agenti del reparto mobile di Palermo sono rimasti feriti nel tentativo di sedare una violenta rivolta scoppiata nel Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) di Milo, nel Trapanese. Gli agenti sono stati colpiti da pietre, spranghe, bottiglie, escrementi e urina lanciati dai migranti trattenuti nella struttura. Uno degli agenti è stato colpito al volto e trasportato in ospedale.

Il segretario generale aggiunto del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap), Giuseppe Coco, ha denunciato il crescente rischio affrontato quotidianamente dalle forze dell’ordine: “Aggredire le donne e gli uomini in divisa sembra ormai diventato uno sport nazionale. Da Torino a Bologna, fino a Trapani, sono circa trenta i colleghi feriti nell’ultima settimana in tutto il Paese, un dato che evidenzia il clima di tensione costante e pericoloso”.

La situazione nei Cpr è sempre più critica, con condizioni igienico-sanitarie disumane che spingono i migranti a gesti estremi come il suicidio o l’autolesionismo. Il rischio di radicalizzazione islamica attraverso l’indottrinamento e il reclutamento nei Cpr e nelle carceri è una preoccupazione crescente.

Il ddl sicurezza, sostenuto dal Sap, prevede l’inasprimento delle pene per chi usa violenza e resistenza a pubblico ufficiale e introduce sanzioni più rigide contro chi promuove o organizza rivolte nei centri di accoglienza. Il ddl 1236/2024 prevede pene da un anno e sei mesi fino a cinque anni di reclusione per i responsabili di tali disordini.

È urgente affrontare la questione della sicurezza nei centri di accoglienza e garantire la tutela delle forze dell’ordine in situazioni di alta tensione. La comunità e le autorità devono collaborare per trovare soluzioni efficaci e prevenire ulteriori episodi di violenza e caos.


La bomba Cpr: jihadisti preparano rivolte e caos nei centri accoglienza ultima modifica: 2024-11-17T11:10:40+00:00 da V
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By V novembre 17, 2024 11:10
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2 Comments

  1. Ul Gigi da Viganell novembre 17, 11:53

    Nulla accade per caso: chi ci guadagna veramente in tale situazione?

    Un aiutino: qualcuno ripete che siamo troppi sul pianeta e che gli europei hanno scocciato con la loro cultura e la loro storia del cazzo…

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  2. Marino Danielis novembre 17, 13:19

    il problema si risolve subito, basta la volontà del governo: centri di rimpatrio nelle caserme custodite dall’esercito da cui poi i clandestini vengono rimpatriati con cargo militari

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