Lapideremo le vostre figlie: “Italia sarà uno Stato islamico”
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Nel tessuto sociale italiano, si sta insinuando un pericolo di cui nessuno osa parlare apertamente: l’islamizzazione. Il tempo delle mezze misure è finito. Dobbiamo chiudere le porte all’immigrazione regolare islamica, ora. Non si tratta più di una minaccia fantascientifica, ma di una realtà che si manifesta nelle nostre scuole, nelle nostre strade, e presto nelle nostre leggi.
La chiusura mesi fa di una scuola per l’osservanza del Ramadan non è solo un segnale d’allarme, è un campanello d’emergenza. Se oggi tolleriamo che i nostri bambini non possano mangiare la loro merenda per rispetto a pratiche religiose che non ci appartengono, cosa succederà tra dieci anni? Sarà accettabile vedere punizioni corporali o peggio, lapidazioni, come parte della nostra normale vita quotidiana?
Le bambine velate erano un’immagine impensabile negli anni ’80. Ora, non solo sono visibili, ma vengono accolte come parte del nostro nuovo ‘panorama sociale’. E non ci si scandalizza più.
L’ombra della Sharia si sta allungando sulle nostre città. Il niqab, simbolo dell’oppressione, viene portato come un diritto conquistato, un passo verso l’imposizione di leggi che sono agli antipodi della nostra cultura. La predicazione in alcune moschee italiane non è più di integrazione, ma di conquista.
Ascoltate le parole di Abu Imad, l’ex imam di viale Jenner a Milano: “L’Italia diventerà uno Stato islamico”. Ecco l’ammissione di un piano di sostituzione culturale. Questi imam non vedono la nostra democrazia come un modello da seguire, ma come uno strumento per i loro scopi. E non per un caso, esprimono preferenze per partiti politici che li favoriscono, denunciando la debolezza della sinistra in alcune regioni rispetto ad altre.
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La nostra Costituzione, che garantisce la libertà di culto, diventa paradossalmente un’arma nelle loro mani. L’Islam radicale sfrutta la nostra apertura per avanzare le proprie leggi, le proprie usanze, la propria cultura, fino a quando non ci troveremo a vivere in un’Italia che non riconosciamo più.
È tempo di un’azione decisiva. L’abrogazione immediata dei ricongiungimenti familiari e l’azzeramento dell’immigrazione islamica regolare sono misure di sopravvivenza culturale. Non possiamo permettere che i nostri diritti e libertà siano usati contro di noi per costruire un futuro dove la nostra identità viene sostituita. L’Italia per gli italiani, non per la sharia.
Meloni e Salvini non stanno facendo nulla per evitarlo, altrimenti li avrebbero rispediti in Africa e Asia con una nave a settimana. I viaggetti in Albania non servono a nulla.