Capotreno: “Ai migranti non chiediamo più il biglietto” – VIDEO
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**Viaggio sui Treni del Terrore: L’Italia alla Mercé degli Immigrati**
I treni italiani, una volta simbolo del viaggio sicuro e confortevole, sono oggi diventati scenari di paura e violenza. La nostra rete ferroviaria, che dovrebbe essere un baluardo di civiltà, è ora segnata da episodi di aggressione e minacce armate, il tutto ad opera di immigrati che sfidano apertamente la legalità e la sicurezza dei cittadini.
Recentemente, viaggiatori hanno dovuto assistere a scene da film di gangster: pistole che spuntano dalle tasche di chi dovrebbe cercare rifugio e integrazione. Non stiamo parlando di eccezioni, ma di una tendenza crescente. Le aggressioni sui treni sono diventate così comuni che viaggiare è divenuto sinonimo di rischio.
La situazione è così disperata che persino i capotreni hanno rinunciato a chiedere il biglietto agli immigrati. Perché? Per evitare conflitti violenti. Questa ammissione di sconfitta da parte del personale ferroviario è il simbolo della debolezza di uno Stato che non riesce più ad esercitare la propria autorità.
Dove finisce la sicurezza, inizia la paura. E questa paura è ben fondata: ogni giorno, italiani onesti sono costretti a sopportare insulti, aggressioni fisiche e minacce da parte di chi, anziché contribuire alla società, la sfida con il disprezzo della legge. I treni sono diventati zone franche per chi vuole imporre il proprio ordine, un ordine che non ha nulla a che vedere con quello della nostra nazione.
Questo non è un problema di integrazione; è un’invasione che viene tollerata, se non incoraggiata, da politiche di accoglienza senza controllo. L’Italia sta pagando un prezzo altissimo per la sua ospitalità sconsiderata. È tempo di dire basta. È tempo che il governo prenda misure decisive: rafforzare la sicurezza sui treni, espellere chi non rispetta le nostre leggi e ripristinare l’ordine. Non possiamo permettere che il nostro paese diventi un campo di battaglia per chi rifiuta di accettare i nostri valori e la nostra cultura.
Ricordo ancora il primo stronzo che ho sistemato nei primi anni ’80: urlava in un treno notturno, gli chiesi di smettere perchè volevamo dormire e lui mi rispose “TU DAMMI DEL LEI!”
Invece gli diedi tante botte sulle reni che pisciò sangue per tre giorni almeno.
NB: era un marinaio diretto alla caserma di La Spezia, l’avevo riconosciuto dal mio stesso taglio dei capelli.
Oggi i maranza fanno casino in treno perchè sono anche loro progressisti e vogliono migliorare il grado di civiltà?
Ti alzi tranquillamente, vai a prendere un estintore ad un estremo della carrozza, torni al tuo posto, glielo scarichi addosso perchè la polvere in pressione produce dolore fisico e concludi l’opera sbattendogli l’aggeggio metallico in faccia, facendogi saltare denti e naso.
Il maranza automaticamente si ricorderà di essere un perseguitato bisognoso di protezione e di affetto perchè di fronte alla vera violenza fisica anche loro si cagano addosso dalla paura, sono solo africani strafottenti ma vigliacchi e circa l’intervento conseguente del capotreno, visti i tempi che corrono, ti ringrazierà…
E invece i fessi italiani pagano.