Sinistra difende spacciatori africani che picchiano poliziotti – VIDEO
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Mentre la sinistra italiana si impegnava in dibattiti sul presunto comportamento razzista delle forze dell’ordine verso gli africani, un episodio recente a Padova ha illustrato una realtà ben diversa. Due nigeriani, fermati per spaccio, hanno scatenato una reazione violenta quando i loro connazionali hanno accerchiato e aggredito gli agenti di polizia nel tentativo di ostacolare l’arresto. Questo incidente mette in luce una contraddizione evidente: mentre si discute di presunte ingiustizie, si trascura spesso la realtà sul campo, dove gli agenti rischiano la propria incolumità nel tentativo di mantenere l’ordine pubblico e contrastare il crimine.
L’evento solleva interrogativi importanti sulla narrativa politica che tende a dipingere le forze dell’ordine come antagonisti, senza considerare le difficoltà reali e i pericoli che affrontano quotidianamente. Invece di focalizzarsi su casi isolati che potrebbero coinvolgere abusi, sarebbe più costruttivo affrontare le dinamiche complesse della criminalità e dell’immigrazione, promuovendo soluzioni che tutelino sia i diritti umani sia la sicurezza pubblica. La sinistra, spesso intenta a criticare le istituzioni senza offrire soluzioni pratiche, dovrebbe riconoscere che la tutela della legalità e il rispetto per chi la fa rispettare sono fondamentali per una società giusta.
Mentre @cucchi_ilaria discuteva in Senato di quanto sono cattivi gli agenti nei confronti degli africani, a Padova, durante l’arresto di due nigeriani per spaccio, i poliziotti sono stati accerchiati e aggrediti da una decina di connazionali. pic.twitter.com/P7WaY0eCxU
— Francesca Totolo (@fratotolo2) November 23, 2024
Qualche annetto fa assistetti ad una scena simile, qui a Lugano nel famoso Parco Ciani, famoso perchè vi si trovano platani ultracentenari e perchè è zona di spaccio.
Due agenti stavano controllando un tossico quando è arrivato lo spacciatore che li ha aggrediti ma senza toccarli, urlava e si agitava per distrarli e far scappare il suo amico.
Per stazza ed età eravamo simili quindi sono intervenuto: un calcio nel retro del ginocchio per buttarlo giù, l’ho preso per il collo e l’ho scaraventato nel lago, tanto l’acqua è bassa ma a marzo è ancora bella fredda e schiarisce le idee.
Non l’ho mai più visto il merdone, chissà perchè…