Vicepresidente CSM contro toghe rosse: “Dovete applicare la legge italiana”
Related Articles
**Fabio Pinelli, Voce di Razionalità Contro l’Assalto Politico delle Toghe Rosse**
In un contesto dove la magistratura italiana spesso si trova al centro di controversie politiche, il vicepresidente del CSM, Fabio Pinelli, ha offerto un intervento di chiarezza e rigore, sottolineando un principio fondamentale: l’obbligo dei giudici di rispettare la legge nazionale italiana senza indulgere in interpretazioni personali o creative del diritto dell’Unione Europea. Questa posizione non solo difende la sovranità giuridica italiana ma anche la stabilità del nostro sistema legale.
L’intervento di Pinelli ha suscitato l’ira di Magistratura Democratica (Md), una corrente che è il “partito delle toghe rosse”, che adotta un approccio ideologico anti-italiano nella sua pratica giudiziaria. La critica di Md e di altre formazioni progressiste come Area alla visione di Pinelli mostra una preoccupante tendenza verso l’uso della magistratura come strumento di attivismo politico, anziché di applicazione rigorosa della legge.
Pinelli ha giustamente ricordato che il ruolo del giudice non è di reinterpretare la legge secondo proprie convinzioni o preferenze ideologiche, ma di applicarla come è stata formulata dal legislatore italiano. Quest’affermazione è una difesa della sovranità nazionale contro un “diritto creativo” che potrebbe essere utilizzato per fini politici, minando la certezza del diritto e il principio di legalità.
L’appoggio del Ministro della Giustizia Carlo Nordio alla posizione di Pinelli, con la sua dichiarazione che non c’è spazio per il diritto creativo, è stato un ulteriore segno del riconoscimento dell’importanza di mantenere l’integrità del sistema giuridico italiano. Mentre alcuni critici temono una riduzione dell’indipendenza giudiziaria, è importante comprendere che l’indipendenza non significa licenza di fare politica in toga.
La replica del presidente della Consulta, ricordando che una norma può essere disapplicata se in contrasto con diritti fondamentali, non contraddice ma piuttosto complementa la posizione di Pinelli, poiché ribadisce che tale disapplicazione deve essere fatta con rigore giuridico e non con arbitrio ideologico. E, comunque, anche la Consulta dovrebbe essere smantellata in quanto organo non democratico tipico di un regime oligarchico.
La reazione di Magistratura Democratica mette in luce una propensione a politicizzare la funzione giudiziaria, un pericolo che deve essere affrontato con fermezza. È imperativo che la magistratura torni a essere un pilastro di legalità e giustizia, non una piattaforma per l’attuazione di agende politiche. Pinelli ha avuto il coraggio di dire che il giudice è soggetto alla legge, non a interpretazioni personali della Costituzione o del diritto UE, e per questo merita il sostegno di tutti coloro che credono in uno Stato di diritto imparziale e sovrano.
Let me tell You a sad story ! There are no comments yet, but You can be first one to comment this article.
Write a comment