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**L’Assalto ai Nostri Confini: La Politica Fallimentare dell’Unione Europea**

È con un senso di rabbia e frustrazione che oggi denunciamo l’ennesimo atto di complicità dell’Unione Europea verso l’invasione clandestina dell’Italia. Il campo di Lipa, nel cantone di Bihac in Bosnia, è un punto di partenza finanziato dall’UE, una stazione di transito per chi punta direttamente ai nostri confini, con l’Italia come destinazione finale.

Questa struttura, che la UE ha il coraggio di chiamare “campo”, non serve a trattenere i migranti, bensì a facilitarne il viaggio verso l’Italia. È una politica che non solo tradisce i principi fondamentali di sicurezza e sovranità nazionale, ma che mette in evidenza un’Europa che ha rinunciato a difendere se stessa.

I nostri confini sono diventati un bersaglio facile, un passaggio obbligato per chi, senza alcun rispetto per le nostre leggi, cerca di entrare illegalmente nel nostro paese. Questo non è solo un problema di ordine pubblico, ma una minaccia alla nostra identità, alla nostra cultura e alla nostra economia, già messa a dura prova.

È inaccettabile che l’Unione Europea, anziché proteggere le nazioni membri, agisca come un complice nel facilitare questo flusso migratorio incontrollato. Invece di fornire soluzioni reali, come il controllo rigoroso delle frontiere, accordi bilaterali efficaci con i paesi di origine o l’incentivazione del rimpatrio, si preferisce spendere milioni in strutture che altro non sono che avamposti per l’immigrazione illegale.

L’Italia non può e non deve essere lasciata sola a fronteggiare questa crisi. È ora che i nostri leader smettano di seguire politiche di accoglienza indiscriminata e inizino a difendere i nostri confini, il nostro popolo e i nostri interessi nazionali. La nostra sicurezza non è negoziabile, e ogni euro speso per sostenere un campo come quello di Lipa è un euro sottratto alla protezione dell’Italia.

Chiediamo con forza un cambiamento di rotta. È necessario un approccio che metta al primo posto il rispetto delle nostre leggi, la difesa dei nostri confini, e che non si pieghi alla retorica dell’accoglienza a tutti i costi. L’Italia deve riprendere il controllo della propria sovranità, e l’Unione Europea deve rispettare la volontà dei suoi stati membri, non minarla.