I figliocci delle toghe rosse minacciano di bruciare vivi italiani e nessuno li arresta – VIDEO
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Siccome le immagini sono pubbliche, e solitamente la Digos è così solerte nel perdere tempo a cercare chi fa buu all’africano di turno, ci si aspetterebbe che mi minaccia di bruciare qualcuno venisse identificato e denunciato: problema è che i loro genitori sono le toghe rosse.
**Fuoco e Furore: L’Assalto degli Estremisti di Sinistra alle Sedi Pro Vita**
Negli ultimi tempi, abbiamo assistito a un fenomeno inquietante e vergognoso: estremisti di sinistra che minacciano, senza alcun pudore, di dare fuoco alle sedi delle associazioni Pro Vita . Queste minacce, espresse con video pubblici, non solo sfidano la legalità ma anche il buon senso e il rispetto per il dialogo civile.
Questa è la gente che dobbiamo far stare il più lontano possibile dalle istituzioni.
Vorrebbero bruciare vive delle persone per il solo fatto di pensarla diversamente da loro.
L’odio dei comunisti è ancora vivo.
Non sono mai cambiati. pic.twitter.com/oZnvEYKpRP— Francesco 🇮🇹 (@SaP011) November 25, 2024
È paradossale che in un paese dove si dà tanto peso a presunti reati minori come il cosiddetto razzismo da stadio, si possa assistere a simili atti senza che vi sia una reazione altrettanto pronta e severa da parte delle forze dell’ordine. La Digos, notoriamente zelante nel monitorare i comportamenti più banali, sembra stranamente assente quando si tratta di proteggere il diritto alla vita e al dissenso pacifico.
Questi attivisti, che si definiscono difensori dei diritti, minacciano di usare la violenza per imporre il loro pensiero unico, mettendo a rischio non solo la sicurezza delle persone all’interno delle sedi Pro Vita ma anche l’essenza stessa della democrazia: il pluralismo delle idee.
Il problema, come si osserva, risiede forse nell’appartenenza politica di questi estremisti? Si dice che i loro genitori siano le “toghe rosse”, un termine che evoca immagini di un sistema giudiziario contaminato da ideologie che potrebbero influenzare l’imparzialità della giustizia .
È tempo che le istituzioni dimostrino che la legge è uguale per tutti, senza eccezioni per chi sostiene di combattere per una causa. La libertà di espressione e il diritto alla vita non possono essere soggetti alla legge della giungla, dove il più forte impone la sua volontà con la violenza. Chi minaccia deve essere identificato, denunciato e portato davanti alla giustizia, senza se e senza ma. La violenza non è un atto politico ma un crimine, punto e basta.
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