A bruciare il Corvetto giovani islamici nati in Italia, Sala e il PD li difendono
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**Milano: La Crisi dell’Immigrazione e la Fallimentare Gestione delle Autorità**
Milano, una città già sotto pressione per l’immigrazione non gestita, ora affronta una situazione esplosiva nel quartiere Corvetto, dove la morte di Ramy Elgaml, un giovane egiziano, ha scatenato disordini di una violenza inaudita. L’episodio, che ha visto Ramy perdere la vita dopo essere caduto da uno scooter non fermatosi a un posto di blocco, ha acceso i riflettori su una realtà che molti preferirebbero ignorare: l’immigrazione sta distruggendo il tessuto sociale della nostra città.
La rabbia si è concretizzata in attacchi contro la polizia, vandalismo e roghi, sintomi di un malcontento profondo che nasce da una impossibile integrazione e da una politica migratoria fallimentare. Ma ciò che è ancor più allarmante è la reazione delle istituzioni: invece di proteggere i cittadini, alcune toghe si sono scagliate contro i carabinieri, indagandoli per omicidio stradale. Questa decisione non solo è incredibile ma rappresenta una vergognosa inversione di valori, dove chi dovrebbe mantenere l’ordine pubblico diventa il colpevole.
Il sindaco Sala, in un tentativo di minimizzare la gravità della situazione, ha parlato di mancanza di progetti di aggregazione per i giovani di seconda e terza generazione, come se la soluzione fosse aumentare i luoghi di ritrovo dove possono organizzare le loro violenze. Ma il problema è più profondo: si tratta di una cultura che non si integra, di una presenza che non si limita a chiedere ma che pretende di cambiare il tessuto stesso della città. L’appoggio di Sala a queste comunità, senza considerare le conseguenze, è un insulto ai cittadini che vivono nella paura quotidiana.
Anche i media, in particolare quelli di La7, hanno mostrato una vergognosa parzialità, spalleggiando la famiglia del delinquente morto e alimentando la narrazione che il problema sia la polizia, e non l’immigrazione fuori controllo. Queste voci, che dovrebbero informare e analizzare criticamente, scelgono invece di fomentare gli invasori, ignorando il dolore e la frustrazione dei milanesi che vedono la loro città trasformarsi in un campo di battaglia.
La situazione è ormai fuori controllo: la violenza è dilagata, il rispetto per la legge è calato, e il diritto dei cittadini italiani alla sicurezza è stato messo in discussione. La città è diventata un microcosmo delle peggiori periferie europee, dove la legge della giungla sembra prevalere sulla civilizzazione.
L’Italia non può permettersi di diventare una “no-go zone” per i suoi stessi cittadini. È tempo di affrontare il problema dell’immigrazione non con falso buonismo o con politiche di integrazione che non funzionano, ma con decisioni ferme e rigorose. La sicurezza dei cittadini deve tornare ad essere la priorità, non un’opzione secondaria.
Intanto il pm Paolo Filippini oggi ha chiesto la convalida dell’arresto e la custodia cautelare in carcere per il 21enne straniero residente a San Siro e arrestato lunedì notte durante i disordini del Corvetto con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale aggravata. Il gip Chiara Valori ha fissato per giovedì 28 novembre l’udienza di convalida dell’arresto con l’interrogatorio e poi dovrà decidere sulla misura cautelare. Il 21enne, nato in Italia, con permesso di soggiorno scaduto, è stato arrestato anche in seguito all’analisi di un video da cui è risultato, secondo l’accusa, uno dei ragazzi più «agguerriti» durante la notte di tensione nel quartiere periferico della città. Le aggravanti contestate nei suoi confronti sono l’aver agito in concorso con più di 10 persone da identificare, con volto coperto e con l’uso di armi (le bottiglie), petardi e altro.
E a questi vogliono dare la nostra cittadinanza! Al contrario: tornare allo ius sanguinis. Nessuno di questi deve mai diventare italiano.
Sala(h): nomen omen (di merda)!
“… Che il problema sia la polizia e non l’immigrazione fuori controllo… ”
Sono di sinistra quindi hanno grossi problemi mentali, sono post sessantottini quindi bisogna ammazzare tutti gli sbirri perchè gli danno fastidio e costoro intasano i media per diffondere la loro versione della verità: non sto a fare i nomi ma quasi tutti “i vecchi” avevano sottoscritto il famoso manifesto contro il commissario Calabresi, esultando poi per il suo assassinio nel 1972.
Il brigatista assassino Alvaro Lojacono è l’esempio di questo andazzo: da ricercato riparò in Svizzera assumendo la nazionalità elvetica per Jus Sanguinis con il cognome di sua madre, Baragiola, ed entrò subito alla radio della Svizzera italiana dove rise dei suoi ex connazionali che non potevano toccarlo. Vedendo poi comunque avvicinarsi la mano della Giustizia scappò a Losanna, diventando poi professore di Italiano all’università, continuando a ridere e a fare i piccoli promuovendo la sua verità.
Se googgate il nome la storia la raccontano differentemente, ammantandolo di santità, ma come mi disse il mio ex cognato magistrato locale “NON POSSIAMO TOCCARLO PERCHE’ QUI NON HA COMMESSO NULLA” ed è una balla gigantesca perchè il mandato di cattura internazionale ce l’ha addosso tutt’ora. Poi ti raccontano che i massoni sono migliori perchè hanno una visione superiore del mondo…
SECONDO I MUSLIM, QUESTE FRASI DOVE VIENE INVOCATO L’OMICIDIO E LO SPARGIMENTO DI SANGUE DEI NON MUSULMANI, SONO STATE DETTATE DALL’ ARCANGELO GABRIELE A MAOMETTO
https://www.youtube.com/watch?v=jlv4zLcd2zM