Dalla Decapitazione di un professore alla guerriglia islamica a Milano

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By V novembre 27, 2024 23:10

Dalla Decapitazione di un professore alla guerriglia islamica a Milano

**Italia Sotto Minaccia: Dalla Decapitazione di un Professore alla Guerriglia Urbana a Milano**

L’Italia sta vivendo un periodo di profonda crisi identitaria e di sicurezza, sintetizzato in due episodi di violenza che sembrano essere i sintomi di un male più profondo: l’imposizione della Sharia e l’odio verso i valori occidentali.

Il 16 ottobre 2020, un episodio di barbarie ha scosso la Francia, ma ha avuto risonanza globale, colpendo al cuore la libertà di espressione e la difesa della laicità: un professore di storia è stato brutalmente decapitato in mezzo alla strada da un ex alunno di origine cecena. Fu l’apice di rivolte islamiche che da decenni scuotono il paese. Con le scuole pubbliche ormai in mano ai musulmani e i professori terrorizzati dal seguire le orme del povero eroe decapitato.

Ora, a distanza di anni, l’Italia sembra essere all’inizio di un fenomeno simile: la guerriglia urbana al quartiere Corvetto di Milano. Nei giorni scorsi, la città ha vissuto momenti di tensione dove giovani, molti dei quali immigrati o figli di immigrati musulmani, hanno manifestato un’aggressività che va oltre il semplice disagio sociale. Questi incidenti non sono isolati e mostrano una tendenza preoccupante verso l’intolleranza e l’imposizione di leggi religiose non compatibili con il nostro ordinamento giuridico.

Questi giovani, nati e cresciuti o arrivati in Italia, spesso attraverso ricongiungimenti familiari o nati qui, sembrano perdere il rispetto per le leggi dello Stato ospitante. Le manifestazioni violente al Corvetto, le pretese di imporre pratiche religiose nei luoghi pubblici, come il divieto di servire alcol durante il Ramadan, o l’adozione di codici di abbigliamento, indicano un tentativo di trasformare i quartieri a maggioranza islamica in enclave dove la Sharia viene tacitamente accettata.

La questione va oltre il semplice problema di ordine pubblico. È una questione di civiltà e di coesistenza. La nostra società rischia di frantumarsi se non si interviene con urgenza e decisione. L’Italia, come altre nazioni europee, sta affrontando una sfida epocale: integrare culturalmente e socialmente chi arriva da contesti completamente diversi, senza perdere la propria identità e i propri valori.

È indispensabile che le istituzioni italiane riconoscano questo pericolo. Non si tratta di islamofobia, ma di difesa della legalità e dei diritti umani universali. È necessario un piano d’azione che comprenda non solo misure di sicurezza, ma anche programmi educativi che promuovano i valori della laicità, del rispetto reciproco e dell’uguaglianza tra i sessi. La libertà di religione è sacra, ma quando questa diventa un pretesto per imporre regole in contraddizione con le nostre leggi, allora si sconfina nell’illegalità e nella violazione dei diritti fondamentali.

L’Italia non può permettersi di diventare un campo di battaglia culturale dove la violenza e l’intolleranza prevalgono. È giunto il momento di agire per proteggere i nostri valori, la nostra sicurezza e la nostra cultura azzerando l’immigrazione regolare islamica.

Dalla Decapitazione di un professore alla guerriglia islamica a Milano ultima modifica: 2024-11-27T23:10:07+00:00 da V
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By V novembre 27, 2024 23:10
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1 Comment

  1. Ul Gigi da Viganell novembre 28, 10:31

    “È una questione di civiltà e di coesistenza”

    Questa frase riassume tutto e indica l’ingrediente necessario al suo compimento: l’intelligenza.

    Qui da me in Svizzera convivono pacificamente decine di etnie che altrimenti si scannerebbero a casa loro: armeni e turchi vivono in pace nel mio stesso palazzo, idem gli ex jugoslavi e varie etnie albanesi col Kanùn da rispettare in patria, tanto per fare un esempio.

    Se c’è un motivo, a parte il controllo socio-politico dall’alto, è che c’è da mangiare per tutti con in più la possibilità di togliersi qualche sfizio come l’automobilona pacchiana o la TV più grande che ci sia, nessuno te le nega se puoi permettertele legalmente… poi c’è sempre l’imbecille, tipo il mio negretto centometrista, che non ha capito e prende delle botte educative ma si può convivere senza rompere le balle al prossimo, ripeto, se si ha l’intelligenza di capire la situazione ovvero che puoi perdere tutto se fai il cretino perchè ti rimandano nel merdaio da cui sei scappato.

    Invece in Francia, Belgio, in Italia ecc ecc nessuno ha avvisato gli immigrati che ci sono regole da rispettare e quelli fanno i cazzi loro con queste conseguenze, i sinistri li istigano a delinquere perchè è nella loro natura ma sono solo quattro fessi da prendere a ceffoni e rimandare a casa: lo scorso anno a Lugano hanno buttato giù con le ruspe il centro sociale delle zecche che hanno rognato ma se ne sono tornati a casetta dalla mamma, tutti quanti… senza capire che sono stati cacciati perchè vendevano alcol e droga ai minorenni, i bastardi…

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