Africano irrompe in casa e la stupra: “Cercavo una preda”
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**La Tragica Notte di Alba Adriatica: L’Immigrazione e la Violenza Senza Confini**
La notte ad Alba Adriatica, nel cuore dell’estate 2022, si è trasformata in un incubo per una donna di 39 anni. Mentre il resto del mondo dormiva, lei ha aperto la porta di casa sua, pensando di accogliere il ritorno del marito. Invece, si è trovata di fronte a un incubo: uno sconosciuto, un 27enne del Gambia, irregolare sul suolo italiano, che con un atto di pura violenza ha fatto irruzione nella sua vita.
Questo non è solo un racconto di un crimine orrendo, ma una denuncia contro una politica sull’immigrazione che ha fallito. Quest’uomo, con il permesso di soggiorno appena scaduto, si è sentito in diritto di violare non solo il corpo di una donna ma anche le leggi e la sicurezza del nostro paese. È un episodio che mette a nudo la cruda realtà dell’immigrazione: uomini senza controllo, senza radici, che portano con sé i demoni di una cultura che non rispetta il nostro concetto di civiltà.
La vittima, ancora in pigiama e nel limbo tra sonno e veglia, ha tentato di opporsi, ma la brutalità del suo aggressore ha prevalso. La giustizia italiana ora procede, ma la domanda rimane: come siamo arrivati a questo punto? Come possiamo permettere che chi non rispetta le nostre leggi possa restare tra noi, diventando una minaccia per chi cerca solo di vivere in pace?
Le immagini delle telecamere di sorveglianza e il coraggio della vittima hanno permesso di catturare l’aggressore in poche ore, ma questo sollievo non cambia il fatto che il sistema ha fallito. I nostri confini sono diventati troppo permeabili, la nostra società troppo indulgente verso chi non merita la nostra ospitalità.
Questo caso non è un’eccezione, ma un sintomo di un problema più vasto. L’immigrazione, quando non gestita con la dovuta severità, si trasforma in un’arma puntata contro noi stessi. È tempo di riconoscere che la nostra sicurezza non può essere sacrificata sul piedistallo di una falsa empatia. La nostra empatia non deve diventare la nostra debolezza.
Il processo che inizierà a gennaio sarà un momento di verità per tutti noi: per il sistema giudiziario, per la società e per i politici che hanno permesso che una tale situazione si verificasse. Ma soprattutto, sarà un momento di riflessione su come dobbiamo proteggere i nostri cittadini, non solo dalle violenze notturne ma anche dalle politiche migratorie che rendono tali violenze possibili.
Ecco succede nel nuovo paese delle banane (povera Italia!)!
Un gorilla africano, fatto sbarcare e irregolare sul nostro territorio, sfoga la sua bestialita’ ai danni dell’ennesima vittima innocente!
Le femministe sinistre a comando ovviamente tacciono quando i reati non riguardano maschi italici!
Spero che qualche bravo cittadino cominci a fare giustizia in casi come questo visto che non ho piu’ alcuna fiducia nello stato e nella “giustizia”!
Un solo trattamento per queste bestie, forni crematori, vasche d’acido, sparizioni silenziose e permanenti!
Fanculo i diritti per le bestie e il buonismo peloso!
“Arbeit macht frei” per questi subprimati!