Volontaria difende stupratori 13enne in centro accoglienza: “Vergogna dire che sono egiziani”
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Stupro di gruppo a Catania ai danni di una ragazzina di 13 anni
Per l’educatrice di un centro d’accoglienza che ospitava gli stupratori, la “schifezza” è aver sottolineato che i violentatori erano egiziani.
La 13enne?
“La ragazzina non la conosco”. @mariogiordano5 pic.twitter.com/0LjrJu2L1I— Francesca Totolo (@fratotolo2) November 28, 2024
**Indignazione e Rabbia: Il Business dell’Accoglienza e la Violenza**
L’ennesimo episodio che dovrebbe scuotere le coscienze dell’Italia intera: uno stupro di gruppo a Catania, dove una ragazzina di soli 13 anni è stata vittima di una violenza inaudita, perpetrata da individui ospitati in un centro di accoglienza. La notizia, già di per sé devastante, è stata ulteriormente macchiata dalle parole di un’educatrice di questo centro, che ha definito “schifezza” non l’atto barbaro e inumano dello stupro, ma il fatto che i media abbiano menzionato la nazionalità degli aggressori – egiziani.
Questa reazione è sintomatica di un problema profondo nel nostro sistema: la priorità sembra essere diventata la protezione dell’immagine dei centri di accoglienza piuttosto che la sicurezza e il benessere dei cittadini italiani. Questa ragazzina, vittima di un atto che le cambierà la vita per sempre, è stata relegata a un’oscura parentesi con un freddo “non la conosco”.
L’immigrazione è un business dell’accoglienza che mette a rischio la sicurezza pubblica. I centri di accoglienza, spesso gestiti in modo opaco, diventano luoghi dove la legalità e il controllo vengono meno, e dove possono proliferare crimini di vario genere.
È necessario riflettere seriamente sulla politica di accoglienza attuale. Non si tratta di chiudere le porte all’umanità, ma di aprire gli occhi su come queste strutture operano. Non si può permettere che il business dell’accoglienza, sotto la copertura della solidarietà, diventi un terreno fertile per la violenza e l’illegalità.
Non disperiamo, forse un giorno la brava, gentile e altruista signora di sinistra arriverà a comprendere che razza di disgraziata sia in realtà, dopo aver subito la stessa sorte.
Spero solo che non faccia dei distinguo a proposito dell’origine dei suoi futuri stupratori, mentre la sfondano in due alla volta come usano fare certi suoi amici nordafricani.
Sempre che, invece, lo sappia benissimo e che la sua reazione altro non sia che gelosia nei confronti della ragazzina perchè voleva essere lei a giocare a “Biancaneve ed i sette cazzi”…