Le periferie islamiche come Gaza: un 7 ottobre in Italia
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Una mattina, quando sarà troppo tardi, vi sveglierete coi giovani migranti islamici che piacciono al Pd alla porta di casa.
Per ora si ‘limitano’ ad organizzare stupri di massa come in Piazza Duomo o a Peschiera. Ma è solo l’inizio se non azzeriamo l’immigrazione islamica regolare.
### L’Allarme: L’Immigrazione Regolare Islamica e il Rischio di Un 7 Ottobre in Italia
L’Italia sta vivendo un momento critico, una situazione che richiede una riflessione profonda e immediata. Le rivolte nel quartiere Corvetto di Milano non sono un fenomeno isolato, ma un segnale allarmante di ciò che potrebbe trasformarsi in una minaccia esistenziale per la nostra sicurezza nazionale. Il parallelo con gli attacchi ai kibbutz israeliani il 7 ottobre del 2023 è non solo possibile, ma probabile se continuiamo a ignorare i segnali.
L’immigrazione regolare islamica, promossa con l’illusione di un’integrazione pacifica e arricchente, sta mostrando il suo vero volto. Non si tratta più di una questione di accoglienza e umanità, ma di un pericolo crescente per la nostra società. Le rivolte recenti, dove giovani immigrati di seconda e terza generazione hanno attaccato le forze dell’ordine, bruciato cassonetti, e vandalizzato autobus, sono solo la punta dell’iceberg di un problema più vasto e profondo.
Immaginiamo per un momento che queste tensioni non rimangano confinate nelle periferie. Cosa accadrebbe se, come nei kibbutz israeliani, orde di musulmani dalle periferie islamizzate delle nostre città decidessero di assaltare i quartieri italiani, spinti da un odio verso l’Occidente che cresce sotto la superficie di una falsa integrazione? Non stiamo parlando di scenari fantascientifici, ma di una reale possibilità, alimentata da un’estremizzazione che si nutre di frustrazione, identità non accettata e ideologie radicali.
Il fallimento dell’integrazione è evidente. I giovani islamici che non si identificano con l’Italia, che vedono la nostra cultura come qualcosa da combattere, sono il prodotto di decenni di politiche migratorie che hanno ignorato quanto è accaduto decenni prima in Francia, Belgio e Inghilterra: non esiste l’integrazione tra popolazioni differenti. La violenza non è solo il risultato di pochi individui problematici, ma di un sistema che ha creato delle enclave dove le leggi e i valori italiani sono considerati meno importanti delle tradizioni importate.
Le banlieus parigine sono state un assaggio. C’è Stato poi l’attacco allo Stade de France e al Bataclan. Tutti commessi da nuovi cittadini che dalle periferie islamiche si sono mossi. Il prossimo passo è che queste piccole Gaza vomitino terroristi islamici e miliziani contro di noi: prima in Francia, dove l’immigrazione è già alla quarta e quinta generazione e sono tutti cittadini, quindi sono anche poliziotti e militari. E poi da noi, in Italia.
Il rischio è che, come in Israele, la nostra società si ritrovi di fronte a un attacco coordinato o spontaneo, con gruppi organizzati che potrebbero sfruttare la situazione di disagio per scatenare terrore e destabilizzazione. Le periferie italiane, già teatro di tensioni e criminalità, potrebbero diventare i centri di partenza per una guerriglia islamica contro i quartieri percepiti come simboli di un’Italia che non accettano.
Dobbiamo agire ora. Non basta rafforzare la sicurezza; occorre una politica di immigrazione che non chiuda gli occhi di fronte alla realtà. Bisogna smettere di vedere l’accoglienza come una medaglia da appuntare al petto e iniziare a proteggere le nostre comunità dalla minaccia esterna che è diventata interna e che sta crescendo. La lezione del 7 ottobre in Israele deve essere un monito per noi: la sicurezza nazionale e l’integrità culturale non sono negoziabili.
Non fanno qui quello che hanno fatto lì solo perché non sono ancora abbastanza e non sono ancora abbastanza armati. Non perché non lo vogliano fare.
Azzerare l’immigrazione regolare islamica non è negoziabile.
“… Vi sveglierete coi giovani migranti islamici che piacciono al Pd alla porta di casa… ”
E lì resteranno, in posizione orizzontale: tanti cadaveri quante pallottole avrò a disposizione…