Chiara Petrolini, il Turetta femmina di cui nessuno parla
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L’unico colpevole è solo e sempre l’uomo bianco. Lasciando stare il numero sproporzionato di ‘femminicidi’ stranieri, non vi è statisticamente differenza tra femminicidi e infanticidi commessi dalle mamme impazzite. La differenza la fa solo la copertura mediatica che vi fa credere ad una emergenza che non esiste.
Il Doppio Standard del Patriarcato Femminista: Il Caso di Chiara Petrolini
Se camminaste per strada e vedeste Filippo Turetta, lo riconoscereste immediatamente. La sua immagine è stata sbandierata dai media fin dal primo momento. Ma se incontraste Chiara Petrolini, vi fermereste? La sua identità è stata deliberatamente offuscata: il volto coperto da un cane, da una sciarpa, da occhiali, o addirittura pixelata. Molti di voi nemmeno saprebbero chi è Chiara Petrolini, la giovane donna che ha seppellito vivi i suoi due neonati.
Ecco il paradosso della nostra società “illuminata” dal femminismo: mentre Turetta diventa il volto del “mostro” in prima pagina, Petrolini viene avvolta da un velo di protezione mediatica. Perché questa disparità? La risposta è semplice, e al contempo inquietante: il patriarcato immaginario.
Petrolini, coetanea di Turetta, non si limita solo al crimine orribile; pochi giorni dopo, si diletta a postare foto del suo viaggio a New York su Instagram, cercando di accaparrarsi like e attenzioni come se nulla fosse successo. Eppure, il mainstream preferisce mettere in ombra la sua immagine, nascondendo il volto della vera assassina, lasciando spazio solo a immagini indirette o parziali.
Immaginate se la storia fosse diversa: se fosse stato il fidanzato o il padre a costringerla a uccidere il bambino per poi partire per una vacanza. Sarebbe stato uno scandalo di proporzioni epiche, con dibattiti infuocati e foto sui giornali. Ma qui, il silenzio è assordante. L’attenzione mediatica su Petrolini è meno di quella per un evento insignificante.
Questo doppio standard è il risultato di un’ideologia. Una società che si proclama progressista ma che, per proteggere una narrativa, sceglie chi può essere un mostro e chi invece merita oscurità e perdono. Chiara Petrolini non dovrebbe essere protetta; dovrebbe essere giudicata allo stesso modo di qualsiasi altra persona, indipendentemente dal genere, perché la giustizia non dovrebbe avere volto né genere, solo la verità.
https://www.leggo.it/schede/chiara_petrolini_carcere_oggi_30_9_2024-8385436.html
Se è lei allora è il colmo che la sputtanino proprio loro…
Comunque di titpi del genere ne ho incontrate un fottio…
Scusate, ho dimenticato l’aggettivo “psicolpatiche”…