Dopo lo stupro il Vaticano vuole esportare il modello don Biancalani in tutta Italia
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L’Assurda Decisione del Vaticano: Esportare il Caos di Vicofaro in Tutta Italia
In un mondo che sembra aver perso ogni senso di giustizia e responsabilità, il Vaticano si appresta a fare un passo che potrebbe sembrare grottesco se non fosse così drammaticamente reale: replicare in tutta Italia il modello di accoglienza di Don Massimo Biancalani di Vicofaro, Pistoia. Un modello che, lungi dall’essere un faro di integrazione e sicurezza, è diventato un simbolo di disordine, criminalità e disprezzo per la comunità locale.
Il caso di Vicofaro, dove un immigrato ha tentato di aggredire una donna all’interno della stessa parrocchia che lo ospitava, è solo la punta dell’iceberg di una situazione che da tempo è sfuggita al controllo. Don Biancalani, invece di condannare l’aggressione, ha preferito sottolineare come siano stati altri migranti a fermare l’aggressore, come se questo fosse un indice di successo del suo operato. Ma qui non si tratta di celebrare atti di eroismo estemporanei; si tratta di un sistema che ha fallito nel garantire la sicurezza dei suoi cittadini e delle persone che accoglie.
Il Vaticano, in una mossa che lascia perplessi e indignati, ha considerato l’idea di esportare questo “modello pistoiese” in altre diocesi italiane. La questione non è solo etica, ma anche di pura e semplice logica: come si può pensare di replicare un sistema che ha portato a situazioni di pericolo, tensione sociale e accuse di omissione nel denunciare crimini? Il quartiere di Vicofaro è descritto come una zona dove vivere è diventato un rischio quotidiano, dove la libertà di movimento e la serenità sono state compromesse da un’accoglienza senza regole o controllo.
Il Vaticano, che dovrebbe essere un bastione di moralità e giustizia, sta invece promuovendo un modello che protegge i criminali a discapito delle vittime. Non si tratta di essere contro l’accoglienza, ma di essere contro l’accoglienza senza criterio, senza sicurezza, senza rispetto per chi vive già qui. L’Italia non può trasformarsi in un paese dove i suoi cittadini devono vivere nella paura, dove le donne non sono al sicuro nelle proprie comunità e dove i quartieri si trasformano in zone di non diritto.
È tempo che le istituzioni, sia civili che religiose, si rendano conto che la sicurezza e il benessere dei cittadini italiani non possono essere sacrificati sull’altare di un’ideologia che non considera le conseguenze reali delle sue azioni. È tempo di smettere di ignorare le voci di chi vive quotidianamente le conseguenze di queste politiche fallimentari.
Residenti di Vicofaro contro Don Biancalani
Don Massimo Biancalani non avrebbe finora espresso parole di condanna nei confronti del trentaduenne migrante che ha tentato di aggredire una donna in parrocchia. Questa l’accusa rivolta dal Comitato dei Residenti di Vicofaro al “parroco dei migranti”, con questi ultimi che imputano inoltre al sacerdote pistoiese di aver fornito una versione dei fatti più edulcorata, ponendo l’accento sul fatto che a bloccare l’aggressore e ad impedirgli di compiere l’atto siano stati altri due migranti.
“Dobbiamo fare i complimenti a don Biancalani, che è davvero bravissimo a ribaltare la realtà dei fatti a suo favore. In sostanza, la notizia secondo lui sarebbe che grazie all’intervento di due dei suoi ospiti una ragazza sarebbe stata salvata da un tentativo di violenza – hanno attaccato i residenti, in una nota inviata al quotidiano La Nazione – non abbiamo sentito da parte sua una sola dichiarazione di condanna per il responsabile dell’aggressione.
La sua unica preoccupazione sembra essere la difesa a oltranza del suo centro di accoglienza e della sua persona, incurante dei problemi che ha provocato, rendendo invivibile un intero quartiere. La notizia vera comunque è la sua ammissione che nel centro sarebbero ospitate persone pregiudicate, e condannate per reati gravi, nonché affette da gravi problemi mentali. In sostanza, potremmo dire che vivere in questo quartiere è come abitare accanto a una prigione dove i detenuti sono liberi di uscire senza nessuno che controlla”.
Un episodio, quello avvenuto pochi giorni fa, che continua a far discutere. Il segretario regionale della Lega, Luca Baroncini, ha chiesto l’intervento del governo, chiedendo ed ottenendo inoltre un incontro al Viminale. Ma a preoccupare una parte dei residenti è anche il progetto di sviluppo del centro di accoglienza.
“Apprendiamo con stupore che ci sarebbe stata una riunione alla presenza del vescovo nella quale si sarebbe discusso, secondo le parole di don Biancalani, di creare una rete tra le diocesi, per estendere il ‘modello pistoiese’. Secondo il parroco, quello pistoiese si candida a essere un modello quantomeno esportabile e condiviso, tanto da richiedere un investimento in termini di risorse – ha concluso il comitato – onestamente alla luce dei risultati ottenuti, dubitiamo molto che Vicofaro possa essere ritenuto un modello di successo esportabile in altre realtà.
Rivolgiamo un appello a tutte le istituzioni affinché vengano presi provvedimenti al più presto per garantire la sicurezza dei residenti del quartiere, nonché delle persone ospitate a Vicofaro prima che avvenga l’irreparabile”.
come non ha condannato l’aggressore? Ma sì..dai. Il signor prete Biancalani (cui rinnovo l’invito a dimagrire…per il suo bene) ha un mantra:..maaaa…il ragazzoooo…ha sbaaagliato…ma dai che poooii…iii…ragaaaazziii l’hanno bloccaaatooo… (parla strascicando le parole)..e pooooiii sìììì…ha sbagliatooo (nel pensare che l’avrebbe sfangata) perché (dico io) il crimine non è un errore: è una scelta…sempre che certi soggetti dispongano del libero arbitrio ma qui la parola spetta agli z…ops…ai teologi
Certo che tra questo don cazzo e mimmo lucano mi vien da rimpiangere addirittura quei famosi partigiani che nel 1943, con i tedeschi in giro, salivano coraggiosamente sulle montagne, per farsi i cazzi loro col primo Sci Club di Cortina d’Ampezzo…