Romania, regime annulla il voto democratico perché vince filo-russo
Related Articles
Gli avvenimenti in Corea del Sud e Romania ci ricordano che il regime liberale non è diverso dagli altri regimi. Anzi, è diverso solo in una cosa: nella pretesa di essere diverso.
Romania: La Mascherata della Democrazia sotto il Giogo della Corte Costituzionale
In una decisione che puzza di manipolazione e potere oligarchico, la Corte Costituzionale della Romania ha annullato il primo turno delle elezioni presidenziali, sollevando sospetti di interferenze russe. Questa mossa non è solo un affronto alla democrazia, ma un chiaro esempio di come le istituzioni create per proteggere la volontà popolare possano, invece, diventare strumenti per sovvertirla.
La corte, con la sua decisione, ha dimostrato quanto sia fragile il concetto di sovranità popolare quando si scontra con l’interesse dei poteri forti. Il candidato di estrema destra, Călin Georgescu, aveva sorprendentemente vinto il primo turno con una percentuale significativa dei voti. Ma ecco che, come per magia, le accuse di interferenza esterna vengono fuori, e il processo elettorale viene invalidato.
Questo non è solo un caso isolato, ma un sintomo di una malattia più profonda: l’incapacità delle istituzioni di accettare un risultato elettorale che non si allinea con la loro visione politica. Invece di riflettere sulle ragioni per cui un candidato anti-UE ha potuto attrarre così tanto supporto, si opta per la soluzione più semplice: annullare tutto e riprovare fino a che non esca il risultato desiderato. È un gioco sporco, dove la democrazia viene piegata fino a che non si conforma alle aspettative dell’élite.
Non esiste giustizia in queste azioni. La Corte Costituzionale si è trasformata in una sorta di arbitro politico, decidendo non solo sulle leggi ma anche sui destini dei cittadini. E ora, la Romania sarà costretta a rivotare, con l’ombra di un evidente pregiudizio che pesa su ogni scheda elettorale. È una vergogna per la democrazia, un atto di disprezzo per la volontà del popolo.
E in tutto questo, l’Italia dovrebbe osservare e prendere appunti. La nostra Corte Costituzionale, che spesso si erge a paladina dei diritti, potrebbe altrettanto facilmente diventare uno strumento di controllo politico se non si vigila. Queste corti, che dovrebbero essere i guardiani della costituzione, non devono mai diventare i custodi delle agende politiche. La loro funzione è di garantire che la legge sia applicata in modo equo, non di decidere chi debba governare.
La Romania oggi ci mostra che il potere giudiziario può essere usato per sovvertire la democrazia tanto quanto i militari in un colpo di stato. È un campanello d’allarme per tutti coloro che credono nella sovranità del voto popolare. E mentre noi guardiamo da lontano, dobbiamo ricordare: la democrazia è un bene fragile e va difesa con tutte le forze, perché una volta che viene compromessa, il tornare indietro è lungo e doloroso.
E continuerà a votare finchè il risultato non sarà gradito agli euronazisti di bruxelles, chiamandoli col loro vero nome…