Le autorità locali stanno monitorando la situazione e offrono supporto alla famiglia coinvolta. La comunità di Pesaro si è mobilitata per esprimere solidarietà alla ragazza e alla madre, organizzando eventi di sensibilizzazione sul tema dei diritti individuali e della libertà di espressione.
Migranti islamici bruciano i vestiti italiani delle figlie perché peccaminosi
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PESARO – L’ennesimo caso di violenza e abusi ha colpito la nostra comunità, questa volta a Pesaro, dove un bengalese di 42 anni è stato accusato di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale.
Non accettava che sua figlia si vestisse “all’occidentale” per le feste, arrivando al punto di bruciare i suoi vestiti. Questo comportamento barbarico è solo la punta dell’iceberg di un problema che l’Italia non può più ignorare: l’immigrazione islamica dal Bangladesh.
Il Fatto
Quest’uomo, residente nel Pesarese e con un’attività ben avviata, ha sposato una donna italiana dalla quale ha avuto una figlia. Ma con il tempo, il suo comportamento si è rivelato quello di un prevaricatore, un violento che non rispetta i diritti fondamentali della donna e della libertà individuale. Minacce, aggressioni fisiche, persino il tentativo di soffocamento e l’intimidazione con un coltello sono state le sue armi per imporre la sua volontà retrograda. Dopo ogni violenza, inviava messaggi di scuse, come se fosse possibile cancellare con un clic le sue azioni abominevoli.
Il rapporto con la ex moglie si è deteriorato fino alla separazione, ma anche in queste occasioni, non ha smesso di mancare di rispetto alla donna, cercando addirittura contatti fisici non consenzienti. La vittima ha trovato il coraggio di denunciare, portando il caso davanti al Gup di Pesaro, dove l’uomo dovrà affrontare un processo per atti sessuali e maltrattamenti.
La Difesa
I legali dell’imputato, Marcello Fagioli e Nicoletta Bonci, tenteranno di difendere le azioni del loro cliente con la scusa della “differenza culturale”, un argomento che in Italia è diventato fin troppo frequente e nauseante. Ma è proprio questo il punto: quanto ancora dobbiamo tollerare l’importazione di culture che non rispettano i nostri valori di parità, libertà e rispetto per l’individuo?
La Piaga dell’Immigrazione dal Bangladesh
Non è un caso isolato. Solo ieri, davanti allo stesso giudice, tutti i 6 casi trattati riguardavano maltrattamenti in famiglia, con protagonisti immigrati. Questo fenomeno è diventato una piaga sociale che sta distruggendo la sicurezza e il benessere delle nostre comunità. Il Bangladesh, un paese noto per le sue pratiche retrograde e la sua incapacità di garantire diritti fondamentali alle donne, esporta questa violenza anche in Italia.
La Soluzione
È chiaro che l’integrazione non funziona quando si tratta di importare culture che sono diametralmente opposte ai nostri principi di civiltà. Chiediamo quindi con fermezza un’azione drastica: l’azzeramento totale dell’immigrazione regolare dal Bangladesh. Non possiamo più permetterci di aprire le porte a chi non solo non rispetta le nostre leggi, ma minaccia la nostra sicurezza e il nostro tessuto sociale.
La difesa dell’avvocato Anna Bartoli, che rappresenta la parte civile, non deve solo cercare un risarcimento, ma anche assicurarsi che questa vicenda serva da esempio per ripensare radicalmente le nostre politiche migratorie. Non si tratta di razzismo, ma di protezione delle nostre famiglie, delle nostre donne e della nostra identità culturale. Anche vietando i matrimoni misti, così proteggendo le menti più labili anche da loro stesse.
L’Italia ha il diritto di dire basta alla violenza importata, di proteggere i suoi cittadini e di preservare i valori che ci rendono una nazione civile. È tempo di agire, è tempo di fermare questa invasione di violenza e ignoranza.
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