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Rimini: L’Inaudita Violenza dell’Immigrazione Islamica dal Bangladesh – Un Caso Che Urla Venga Azzerata!

Un fatto che ha dell’inconcepibile è accaduto a Rimini, dove un 44enne bengalese, con la pretesa di vivere in una sorta di harem islamico in Italia, ha inflitto sofferenze indicibili a una delle sue due mogli, con l’intento vile di cacciarla per fare spazio a una terza consorte in arrivo dal Bangladesh. Questa storia non è solo un episodio isolato di violenza domestica, ma è la prova schiacciante di come l’immigrazione islamica, specialmente quella dal Bangladesh, stia importando pratiche barbare e illegali nel nostro Paese.

Il soggetto in questione, che già si trova in Italia con due mogli – un quadro che in sé già sfida ogni principio di legalità e civiltà occidentale – ha preso a picchiare e vessare una delle donne per spingerla fuori dalla casa coniugale. Il suo obiettivo? Far arrivare una terza moglie dal suo paese d’origine, sfruttando le leggi italiane sui ricongiungimenti familiari che sembrano essere diventate una porta aperta per abusi e violenze.

Quanto ancora dovremo tollerare?

Questa è la domanda che ci poniamo con rabbia e indignazione. Quando verrà rivista la normativa sui ricongiungimenti familiari? Come può un Paese come l’Italia permettere che le proprie leggi siano usate per perpetuare pratiche che contrastano con i nostri valori fondamentali di uguaglianza, rispetto e dignità umana?

La poligamia, consentita in culture islamiche ma non in Italia, non solo è stata ignorata, ma ha anche fornito il pretesto per atti di violenza e oppressione. Questo caso di Rimini è la punta dell’iceberg di un problema che l’Italia non può più ignorare. L’immigrazione islamica dal Bangladesh, con le sue pratiche culturali incompatibili con i diritti umani e la legalità italiana, deve essere azzerata. Non possiamo permetterci di trasformare il nostro paese in un campo di battaglia culturale dove le donne diventano le vittime di usi e costumi medievali.

Una chiamata all’azione

È tempo di una revisione radicale delle politiche migratorie, con un’attenzione particolare ai ricongiungimenti familiari. Non possiamo lasciare che le nostre leggi siano strumentalizzate per continuare a importare violenza e disuguaglianza. Ogni nuovo arrivo deve essere valutato non solo per la sicurezza nazionale ma anche per la compatibilità con i nostri principi di civiltà.

È ora di dire basta a questa follia, di rivedere le leggi e di proteggere la nostra società dall’importazione di pratiche che denigrano la dignità umana. Azzeriamo l’immigrazione islamica dal Bangladesh finché non garantirà il rispetto dei diritti fondamentali che noi tuteliamo.