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Immigrazione è stupro di gruppo quotidiano.

Violenza: Un’Infamia Senza Confini
Viterbo, teatro di un dramma che mette a nudo la pericolosità dell’immigrazione incontrollata e la debolezza della nostra giustizia. Uno stupro in carcere, perpetrato da tre detenuti stranieri su un italiano di 36 anni, svela una verità che non possiamo ignorare: l’Italia è diventata un rifugio per chi crede di poter sfuggire alla giustizia del proprio paese per commettere crimini qui.

Un’Omertà Forzata

Il 36enne, vittima di violenze inimmaginabili tra le mura del carcere “Nicandro Izzo”, ha parlato solo sotto la minaccia della morte. “Non parlo perché ho paura di morire”, ha detto, rivelando un sistema carcerario dove la sicurezza è un miraggio e la giustizia, una burla. Questo italiano, ora in una comunità per il recupero di tossicodipendenti, ha denunciato abusi sessuali tra gennaio e aprile dello scorso anno, ma solo ora, sotto la protezione di un incidente probatorio, ha potuto narrare il suo calvario.

I Colpevoli: Stranieri nel Nostro Sistema

Gli indagati per questo atto orrendo sono un egiziano senza fissa dimora di 23 anni, un marocchino di 28 anni, e un romeno della stessa età. Perché questi crimini non vengono puniti nei loro paesi d’origine? Perché sono qui a contaminare la nostra società con la loro violenza?

La Richiesta di Giustizia

È inaccettabile che gli stranieri accusati di tali crimini gravi possano continuare a respirare l’aria italiana. Le nostre carceri non dovrebbero essere un luogo di soggiorno per chi non rispetta le nostre leggi. Chiediamo a gran voce che:

Gli immigrati accusati di reati gravi scontino le loro pene nei loro paesi: Non possiamo più essere il deposito umano dei criminali internazionali. Se un crimine è stato commesso da chi non ha diritto di stare in Italia, allora che ritorni nel suo paese a fronteggiare la giustizia lì.
Un controllo più rigido e immediato: Non possiamo permettere che le nostre strutture penitenziarie diventino un terreno fertile per ulteriori crimini. Ogni straniero accusato di reati come questi deve essere immediatamente valutato per l’espulsione.
Un sistema giudiziario che protegga i cittadini italiani: Non è accettabile che la paura della vendetta tenga una vittima in silenzio. La nostra giustizia deve essere rapida e severa, non solo per punire ma anche per proteggere.

La Verità Emergerà

L’incidente probatorio ha solo iniziato a svelare l’orrore vissuto da quest’uomo. La perizia psichiatrica affidata alla dottoressa Emanuela Canepari dovrà confermare l’attendibilità della sua testimonianza, ma una cosa è chiara: l’Italia non può continuare a essere il rifugio per chi crede di poter impunemente violare i nostri cittadini. È tempo di mettere fine a questa infamia, di riformare le nostre leggi sull’immigrazione, e di garantire che la giustizia non sia solo una parola, ma una realtà per tutti.