Accoltellata dall’ex marocchino: ‘Ho paura di morire, lo chiudano in prigione’
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“Voleva uccidermi. Me lo scriveva su TikTok. Diceva che voleva vedere il mio sangue, che mi avrebbe accoltellato per 77 volte. E quando è scappato ha avuto il coraggio di telefonare a mio padre per dirgli che mi aveva ammazzata e che andasse a prendere il mio cadavere.” Così parla la 24enne accoltellata lunedì scorso a Giussano, in Brianza, dall’ex fidanzato Said Cherrah, di 26 anni, poi arrestato per tentato omicidio. “Ho paura, sì, paura di morire – aggiunge la giovane – Il mio futuro sta nella speranza che lo rinchiudano in prigione. E buttino via le chiavi. Non voglio morire per causa sua.”
Potevi pensarci prima di darla al primo marocchino di passaggio.
Chissà come urlava al razzismo la vittima quando le dicevano di non mettersi con un marocchino. Questo caso mette in luce non solo la violenza domestica ma anche le complessità e culturali che possono emergere in tali situazioni. La questione dell’immigrazione clandestina e del razzismo spesso viene strumentalizzata in contesti simili, dove la sicurezza personale e la libertà individuale si scontrano con la realtà.
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