Accoltellata dall’ex MAROCCHINO, la 24enne: “Lo avevo perdonato”
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Ancora una volta, assistiamo a un dramma che ha come protagonisti una giovane donna italiana e il suo ex fidanzato islamico. La 24enne di Erba (Como), vittima di un’aggressione brutale, si racconta a “Chi l’ha visto?”, in onda questa sera su Rai3. La ragazza, ancora ricoverata al San Gerardo di Monza con una prognosi di 21 giorni, ha subito un tentato omicidio da parte di Said Cherrah, 26 anni, arrestato dai Carabinieri a poche ore dall’incidente.
“Voleva strangolarmi, poi botte per 20 minuti e le coltellate”
La giovane descrive come, dopo averla attirata in un parcheggio di supermercato a Giussano, Cherrah abbia tentato di strangolarla con un cavo USB, l’abbia trascinata sull’asfalto, picchiata per 20 minuti e infine accoltellata. Una scena di violenza che ha avuto luogo in pubblico, ma dove nessuno è intervenuto in suo aiuto, dimostrando un’indifferenza che lascia sbigottiti. Ma, ci chiediamo, perché intervenire per aiutare chi per prima non si è aiutata evitando di mettersi con un nordafricano?
Non è la prima volta che la ragazza subisce violenza da Cherrah. Nel 2023, lui l’ha aggredita con l’acido, rovesciandole addirittura due litri in faccia, un atto di inaudita crudeltà che non si può ignorare. Eppure, nonostante queste esperienze traumatiche, la vittima aveva ritirato le denunce contro di lui, sperando in una qualche forma di redenzione o cambiamento.
Qui sorge la critica più feroce: perché mettersi con il primo marocchino di passaggio? Perché ignorare i segnali evidenti di un comportamento violento e culturalmente diverso? Ora si lamenta perché lui “si comporta da marocchino”. Ma cosa significa esattamente? Significa che ha portato con sé le tradizioni e le pratiche di un paese dove la violenza contro le donne è spesso normalizzata, dove i diritti delle donne non sono garantiti come lo sono qui in Italia.
Questa storia non è solo un esempio di violenza domestica; è un campanello d’allarme su come l’immigrazione indiscriminata possa influenzare negativamente la nostra società. Non possiamo ignorare che le differenze culturali e religiose portano con sé comportamenti e visioni della vita che, se non integrati correttamente, possono risultare in tragedie come questa. La ragazza, con il suo appello alle vittime di violenza, mette in luce anche un altro aspetto: l’importanza di non sottovalutare i primi segni di abuso, ma c’è anche una lezione più ampia per tutti noi.
Il messaggio è chiaro: dobbiamo essere più cauti nel promuovere l’integrazione indiscriminata, soprattutto quando questa porta a situazioni dove le donne italiane diventano vittime di violenze che non avrebbero mai dovuto affrontare. Dobbiamo riflettere su come proteggere la nostra cultura e i nostri valori dai cambiamenti che potrebbero derivare da una migrazione non gestita con saggezza e prudenza.
Cara ragazza, adesso capisci che differenza c’è tra il Patriarcato, che ti tutela e ti difende, e l’accoglienza indiscriminata, che ti invischia in queste situazioni di degrado?
Tu avevi la possibilità di scegliere, se darla o meno al baluba, e hai fatto la tua scelta ma non lamentarti se da adesso in poi i cosiddetti uomini “bianchi, etero, seri, cattolici, lavoratori, onesti e patriarcali”, cioè quelli da sposare per mettere su una famiglia, ti snobberanno dicendo che sono un po’ schizzinosi…