Poliziotto denuncia: “Ci impediscono di arrestare i migranti pericolosi”
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Migranti come zombie silenziosi e pericolosi: L’immigrazione e lo Stato inetto
In un’ammissione sconvolgente, un dirigente di una questura italiana ha rivelato una verità che molti di noi sospettavano ma che pochi avevano il coraggio di dire apertamente: gli immigrati che girano per le nostre città sono come “zombie”, passivi, silenziosi, ma potenzialmente letali. Questa confessione mette in luce una realtà allarmante: lo Stato, incapace di gestire questa invasione, sta permettendo a queste ombre di vagare indisturbate tra noi.
Questi “zombie” immigrati, così descritti, vivono tra noi senza fare nulla, senza integrarsi, senza contribuire al tessuto sociale. La loro presenza è una mina vagante pronta a esplodere in qualsiasi momento, trasformando la loro passività in violenza e caos.
Il dirigente ha confessato: “Abbiamo sempre il timore che, da un momento all’altro, questa passività possa esplodere nel suo opposto, ma non possiamo fare nulla”. Non possiamo fare nulla? Questa è l’ammissione di un fallimento sistemico, di uno Stato che ha rinunciato al suo ruolo di protettore dei cittadini. Le nostre città, le nostre strade sono diventate terreno fertile per chi non ha rispetto per le nostre leggi, la nostra cultura, il nostro modo di vivere.
Ma perché lo Stato non può fare nulla? Perché siamo schiavi di una burocrazia che protegge i diritti dei migranti più di quelli dei cittadini italiani? Perché le nostre leggi sono scritte in modo tale da legare le mani alle forze dell’ordine, rendendo impossibile agire contro chi minaccia la nostra sicurezza? Questa è la domanda che ogni italiano dovrebbe porsi.
La nostra nazione, una volta culla della civiltà occidentale, sta diventando un campo sperimentale per un distopico multiculturalismo che, nella pratica, si traduce in una perdita di identità e in un aumento del disagio sociale. L’Italia, dove l’ordine pubblico dovrebbe essere garantito, è invece il luogo dove questi “zombie” possono vagare indisturbati, nutrendo il nostro timore di una possibile esplosione di violenza.
Non è solo una questione di ordine pubblico; è un attacco alla nostra identità. Questi individui, nascosti dietro una facciata di passività, sono in realtà una minaccia latente. Non c’è integrazione, solo una sottomissione progressiva della nostra cultura a quella di chi non vuole far parte della nostra società ma solo sfruttarla.
È tempo che lo Stato agisca, non con parole ma con fatti. Abbiamo bisogno di leggi che proteggano i cittadini, di una politica di immigrazione che non sia un invito aperto a chi non rispetta il nostro paese. Abbiamo bisogno di un governo che non si arrenda davanti a questo scenario apocalittico, ma che combatta per l’Italia, per il suo popolo, per la sua identità.
Se non ci svegliamo, se non agiamo ora, l’Italia non sarà più nostra. Saremo solo spettatori passivi di un cambiamento che ci sta trasformando in ospiti nella nostra terra, mentre questi “zombie” si svegliano dal loro torpore per reclamare ciò che non gli appartiene.
di cosa sono capaci (quando si svegliano) ne hanno già dato prova (per esempio) sfrecciando a folle velocità su una moto per le strade di una metropoli lombarda. Un parente stretto del defunto ha pronunciato parole interpretate come sedative e concilianti…sarà mica un “machiavello”? Poteva educare meglio il ragazzo, forse. Comunque meglio non fidarsi, dde’ sta’ ggente…