Attacco al Natale: in nome di Dio, fermiamo l’immigrazione islamica
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Un’ombra oscura ha di nuovo avvolto l’Europa con l’attentato terroristico a Magdeburgo, dove un immigrato musulmano che i media definiscono ‘ateo’, identificato come nato in Arabia Saudita, ha guidato un’auto a folle velocità contro la folla di un mercatino di Natale, causando la morte di almeno 2 persone e ferendone altre 80. Questo atto di violenza brutale ci ricorda ancora una volta della minaccia che l’immigrazione rappresenta per la nostra sicurezza e il nostro modo di vita.
L’Islam Fondamentalista: Un’Urgenza Senza Pazienza
Il fondamentalismo islamico non conosce pazienza; agisce con immediatezza, colpendo i civili nel cuore delle loro tradizioni e festività. L’attentatore di Magdeburgo, agendo senza alcun riguardo per la vita umana, ha dimostrato come questi estremisti siano pronti a seminare morte e distruzione in qualsiasi momento. Non c’è un piano di lungo termine, solo la volontà di far sentire la loro presenza attraverso il terrore. Il loro obiettivo è chiaro: intimidire, destabilizzare, e seminare il caos.
L’Islam Finto Moderato: La Strategia della Pazienza
Ma c’è una strategia molto più pericolosa, a lungo termine, che opera nell’ombra: quella dell'”islamico finto moderato”. Questi individui, spesso descritti come più integrati e meno visibili, lavorano con una pazienza quasi glaciale. Non colpiscono con bombe o automobili, ma attraverso una colonizzazione culturale e demografica. Non schiacciano un centinaio di vittime con le loro auto, distruggono il futuro di milioni di bambini figliando milioni dei loro. Cancellano il nostro futuro. Loro obiettivo è la creazione di un califfato in Europa, non attraverso la violenza immediata, ma attraverso un piano di lungo termine che sfrutta le nostre stesse leggi e la nostra apertura.
La loro strategia è quella di aspettare, di crescere in numero e influenza, di costruire moschee, di imporre la sharia nelle loro comunità, e gradualmente di cambiare il tessuto sociale fino a renderlo irriconoscibile. Parlano di pace e integrazione, ma nelle loro azioni vediamo un’erosione lenta ma inesorabile della nostra identità, dei nostri valori e delle nostre leggi.
L’Europa Sotto Assedio
L’attentato di Magdeburgo non è solo un episodio isolato ma un sintomo di una malattia più profonda che sta affliggendo l’Europa. Da un lato, abbiamo il terrorismo immediato e violento, dall’altro, una forma di invasione culturale che sta alterando il nostro tessuto sociale. I due aspetti si complementano: il primo spaventa e destabilizza, il secondo lavora silenziosamente per cambiare il nostro futuro.
Un Appello alla Vigilanza e all’Azione
È giunto il momento per l’Europa di svegliarsi e riconoscere questa duplice minaccia. Non possiamo più permetterci di essere compiacenti o di nasconderci dietro il velo del politically correct. Le nostre società devono essere protette, non solo dalle minacce esterne immediate ma anche da quelle interne che minano i nostri valori fondamentali.
Dobbiamo rafforzare la nostra sicurezza, sì, ma anche rivedere le nostre politiche di immigrazione, integrazione e educazione. Dobbiamo promuovere una cultura di rispetto reciproco, ma senza cedere la nostra identità e i nostri diritti. Il califfato non deve avere spazio in Europa, né attraverso la violenza né attraverso l’inganno della moderazione.
L’attentato di Magdeburgo è un richiamo a ristabilire l’ordine, a difendere la nostra libertà e a garantire che il futuro dell’Europa sia deciso dai suoi cittadini, non da chi desidera vederla trasformata in un califfato. La nostra risposta deve essere azzerare l’immigrazione islamica regolare.
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