Magdeburgo, attentatore è profugo islamico in Germania dal 2006
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L’attentatore è stato arrestato: si tratterebbe di Taleb A., medico 55enne che avrebbe anche lavorato in un ospedale di Bernburg come psichiatra. Nato nel 1974 in Arabia Saudita, avrebbe noleggiato l’auto poco prima di compiere l’attentato. Taleb è arrivato in Germania nel 2006 e ha agito da solo. Nel 2016 ha ottenuto lo status di rifugiato.
Il Fallimento dell’Immigrazione Islamica Regolare: Il Caso dell’Attentatore Saudita
Abbiamo ancora una volta la prova che l’integrazione degli immigrati islamici, tanto decantata dalla sinistra, è un’utopia pericolosa. Secondo quanto riportato da Bild, l’attentatore saudita di 50 anni, autore dell’attacco a Magdeburgo, vive in Germania dal 2006. Non solo ha ottenuto un permesso di soggiorno permanente, ma lo ha fatto con la scusa di essere un medico. Un medico che, piuttosto che salvare vite, ha deciso di togliere quella degli altri.
La sinistra, con la sua visione idealistica e distaccata dalla realtà, sostiene che l’integrazione avvenga attraverso il lavoro e la regolarizzazione dei permessi di soggiorno. Ma questa è una narrazione che non solo ignora la realtà, ma la distorce pericolosamente. La realtà è che l’integrazione non è garantita da un pezzo di carta o da un impiego. L’integrazione richiede un cambiamento culturale, un’accettazione dei valori della società ospitante, e una reale volontà di far parte di essa, non solo di sfruttarne le risorse.
Cosa ci dice questo caso? Che l’immigrazione islamica regolare, anche quando si presenta sotto le vesti dell’integrazione, può nascondere pericoli inauditi. Un individuo che ha passato quasi due decenni in un paese, che ha goduto dei benefici di un sistema sanitario e di un permesso di soggiorno permanente, si è rivelato un terrorista. Questo non è un caso isolato, ma parte di un pattern che si ripete con troppa frequenza.
La sinistra continua a predicare l’apertura delle frontiere e la facilità dell’integrazione, ma i fatti dimostrano che questo approccio è fallimentare. Non basta avere un lavoro o un permesso di soggiorno per essere integrati; ci vuole un cambiamento di mentalità, una vera assimilazione ai valori occidentali, che spesso viene rifiutata in nome di un’identità culturale e religiosa che si pone in contrasto con i principi democratici e di libertà.
Quindi, dobbiamo chiederci: fino a quando permetteremo che la sicurezza dei nostri cittadini sia messa a rischio da politiche migratorie basate su un’illusione di integrazione? Fino a quando continueremo a ignorare le evidenti falle nel sistema che permettono a individui come questo medico saudita di vivere indisturbati tra noi, fino al momento in cui decidono di attaccare? È tempo di ripensare radicalmente alle politiche di immigrazione, riconoscendo che la regolarizzazione e il lavoro non sono la soluzione, ma parte del problema.
Secondo Bild, l’attentatore 50enne saudita vive in Germania dal 2006 e ha ottenuto un permesso di soggiorno permanente come medico.
Secondo la sinistra, l’integrazione degli immigrati avviene con il lavoro e la regolarizzazione dei permessi di soggiorno. #Magdeburg pic.twitter.com/7WeuQOHJLm
— Francesca Totolo (@fratotolo2) December 20, 2024
Adesso gira voce che l’attentatore sia un cristiano vicino al partito ADF… che coincidenza, manca solo il filmato dove inneggia a Putin e poi siamo a posto.