Toghe rosse scarcerano stupratori stranieri e processano italiani per le loro idee
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La magistratura italiana, ideologicamente compromessa, processa italiani per le loro idee mentre libera stupratori stranieri, mettendo a rischio la sicurezza pubblica e la libertà di espressione.
La sovranità nazionale dell’Italia è sotto attacco, non dai nemici esterni, ma da una magistratura che si è autoproclamata custode di principi non condivisi dalla popolazione. Questo fenomeno rappresenta una chiara violazione del principio democratico e una minaccia diretta all’ordine costituzionale.
La Magistratura al di Sopra della Legge
Uno scandalo recente riguarda un nigeriano entrato illegalmente nel paese, che ha tentato di uccidere due poliziotti a Padova con un’ascia. Già noto per violenze precedenti, è stato assolto per “vizio totale di mente”, una decisione che non solo ignora la sua pericolosità sociale ma mette in luce la complicità giudiziaria negli atti criminali. Altro esempio è un marocchino a Torino, arrestato per lo stupro di una minorenne, rilasciato in attesa di un processo che dura ormai da tre anni senza una conclusione, mentre l’accusato ha continuato a delinquere. Anche il caso di un filippino a Roma, colpevole di vent’anni di violenze domestiche, illustra questa tendenza. Dopo essere diventato irreperibile, il pubblico ministero ha chiesto solo sei anni di reclusione per crimini che gridano vendetta, lasciando le vittime senza giustizia e l’Italia senza sicurezza.
Altro esempio è un marocchino a Torino, arrestato per lo stupro di una minorenne, che è stato rilasciato in attesa di un processo che dura ormai da tre anni senza una conclusione, mentre l’accusato ha continuato a delinquere.a italiana, trasformando il paese in un luogo dove il conformismo ideologico è imposto, non scelto.
Ostruzionismo Giudiziario e Ideologia Politica
La magistratura italiana, guidata dall’attivismo giudiziario delle “toghe rosse”, ha trasformato l’Italia non solo in un rifugio per criminali stranieri ma anche in un campo di battaglia ideologico contro i cittadini italiani che esprimono idee non allineate con la corrente politica di sinistra. Mentre altri paesi europei come Germania, Francia e Olanda procedono con espulsioni anche verso paesi ritenuti a rischio, l’Italia si trova bloccata da una giustizia che sembra più interessata a proteggere i criminali che i suoi cittadini.
Questo si riflette anche nella recente operazione “Genus Album” della Polizia di Stato, dove perquisizioni sono state condotte contro dodici individui accusati di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa. Questi giovani, tra i 19 e i 24 anni, con un minore di 17, sono stati presi di mira non per atti concreti di violenza, ma per le loro idee, che per quanto possano essere estreme, sono idee. L’azione, eseguita dal centro operativo per la sicurezza cibernetica della Polizia Postale Lombardia in collaborazione con la Digos, utilizza intercettazioni telefoniche e analisi di conversazioni sui social per giustificare un’azione repressiva, mostrando un uso della magistratura come strumento di un’agenda politica di sinistra, che mira a silenziare voci dissidenti.
Una Giustizia Sovversiva
Questi giudici, con la loro ideologia, ignorano la volontà del popolo italiano, che richiede ordine e sicurezza, e le direttive europee che permettono espulsioni anche verso paesi considerati a rischio se le persone in questione rappresentano un pericolo. In Italia, ogni tentativo di espulsione o di mettere a tacere le idee diventa un processo legale infinito, con ricorsi, appelli e sentenze che sembrano fatte apposta per procrastinare indefinitamente la partenza dei clandestini o per soffocare il libero pensiero.
Una Lezione di Sovranità
La conclusione che emerge è che la giustizia in Italia è diventata un campo di battaglia ideologico, dove la sicurezza pubblica e la libertà di espressione sono sacrificate sull’altare di un buonismo cieco e di un attivismo politico. È tempo di chiedere responsabilità a chi ha trasformato la magistratura in un’arma politica. La magistratura deve essere riportata sotto il controllo democratico, assicurando che i suoi poteri rimangano entro i limiti costituzionali, e che la volontà popolare, espressa attraverso i rappresentanti, sia rispettata senza compromessi.
La sovranità nazionale, la sicurezza dei cittadini, e il rispetto per le leggi italiane devono essere riaffermati, mettendo fine a un sistema che ha dimostrato di essere più indulgente verso chi commette crimini o esprime idee scomode che verso chi li subisce o desidera un dibattito aperto. La giustizia deve servire il popolo, non i suoi nemici. È tempo di un cambiamento radicale, dove la magistratura agisce per la nazione, non contro di essa.
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