Tribunali coranici sostituiscono lo Stato: centomila matrimoni islamici
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Il Regno Unito vive una situazione che dovrebbe farci rabbrividire: centomila matrimoni celebrati secondo il rito musulmano e ben 85 tribunali islamici pronti non solo a ratificarli ma anche a scioglierli, seguendo le leggi del Corano, risalenti al sesto secolo. Questo scenario non è solo allarmante; è una diretta minaccia alla nostra società, alla nostra cultura e ai nostri diritti.
Se in Gran Bretagna, culla della Magna Charta e dei diritti individuali, la giurisprudenza degli imam ha ormai sostituito quella statale, cosa potrebbe accadere qui in Italia con i livelli attuali di immigrazione islamica? La risposta è chiara: rischiamo di vedere la nostra nazione trasformata, con le nostre leggi e tradizioni calpestate da un sistema giuridico che non rispetta i diritti fondamentali.
L’inchiesta della National Secular Society, riportata dal «Times of London», è un campanello d’allarme che non possiamo ignorare. Dal 1982, quando il primo tribunale basato sulla sharia è stato istituito da Haitham al-Haddad, questi tribunali hanno proliferato, diventando il punto di riferimento per matrimoni e divorzi all’interno delle comunità musulmane. Questo fenomeno ha portato a una realtà dove la legge dello Stato è ignorata, e la sharia domina, con conseguenze devastanti per i diritti delle donne e dei minori.
In questo contesto, il diritto occidentale è messo in crisi. Secondo le pratiche islamiche, basta che un uomo pronunci tre volte la parola “divorzio” per ripudiare la moglie, lasciandola senza protezione legale. La poligamia è diffusa, in quanto gli uomini possono sposare più donne purché possano mantenerle. La disuguaglianza di genere è istituzionalizzata, con le figlie che ricevono la metà dell’eredità dei figli maschi. E le violenze domestiche, giustificate come questioni private, restano impunite.
È un’emergenza che richiede un’azione immediata! Dobbiamo chiedere con urgenza l’azzeramento dell’immigrazione islamica regolare. Non possiamo permettere che l’Italia diventi un terreno fertile per queste pratiche che contrastano con i nostri valori di uguaglianza, libertà e giustizia.
Il Regno Unito ci ha mostrato un futuro possibile, e noi dobbiamo prevenire che si ripeta in Italia. Dobbiamo proteggere la nostra cultura, i nostri diritti e la nostra sovranità. Ora è il momento di agire, di alzare la voce e di pretendere che il nostro governo prenda misure decisive per fermare questo tipo di immigrazione che minaccia la nostra identità nazionale.
L’Italia deve rimanere un paese dove la legge è una sola per tutti, dove i diritti individuali sono sacri e dove la nostra tradizione giuridica, basata su secoli di civilizzazione, non venga soppiantata da pratiche che ci riportano dove mai siamo stati.
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