Germania, islamico puntava i bambini: per anni ha finto di essere contro l’islam
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Ancora una volta, l’Europa è testimone di un attacco brutale, questa volta al mercatino di Natale di Magdeburgo, in Germania, dove un uomo alla guida di un SUV nero ha seminato il terrore, causando 5 morti e 205 feriti, di cui 41 in condizioni gravissime. Questo attentatore, nato nel 1974 in Arabia Saudita, è ora sotto interrogatorio, ma il suo profilo ci mostra un quadro inquietante di come l’immigrazione islamica possa celare pericoli insidiosi.
Per anni, questo “lupo solitario” ha giocato una pericolosa partita di dissimulazione, spacciandosi per un critico dell’Islam, un attivista anti-islamico che intanto aiutava i rifugiati. Si è dichiarato vicino all’AfD, il partito di estrema destra tedesco, in un tentativo di mimetizzarsi nel tessuto sociale europeo. Ma la verità è emersa in modo brutale: la sua azione a Magdeburgo non è stata un incidente isolato ma una manifestazione calcolata di violenza, guidata da un odio profondo e radicato.
La sua guida a zig zag per 400 metri, con il chiaro intento di colpire il maggior numero di persone possibile, mirava specificamente all’area dedicata ai bambini del parco. Questo non è l’atto di un semplice pazzo o di un individuo disilluso; è l’esecuzione di un piano terroristico, reso possibile da una cultura che giustifica, attraverso la dottrina della taqiyya, l’inganno e la menzogna per avanzare i propri obiettivi.
Magdeburgo, una città a due ore da Berlino, ora piange i suoi morti e cura i suoi feriti, nessuno dei quali è italiano, ma questo non rende la tragedia meno dolorosa o meno significativa. Quanti altri attacchi dovranno avvenire prima che l’Europa apra gli occhi sulla realtà dell’immigrazione islamica non controllata?
Questo non è solo un problema di sicurezza pubblica; è una questione di identità culturale, di valori che vengono calpestati da chi non ha intenzione di integrarsi ma piuttosto di imporre la propria ideologia attraverso il terrore. Quanti altri dovranno morire prima che si riconosca che dietro la maschera dell’integrazione si nascondono individui pronti a usare qualsiasi mezzo, incluso il tradimento delle loro dichiarazioni pubbliche, per colpire al cuore delle nostre tradizioni e della nostra sicurezza?
È ora di smettere di ingannarci. L’immigrazione islamica, specialmente quando non gestita con criteri di sicurezza rigorosi, ha portato a queste tragedie. Dobbiamo riconoscere che la taqiyya non è solo una pratica religiosa, ma una strategia che può essere usata contro di noi. È tempo di alzare le barriere, rafforzare i controlli e proteggere le nostre comunità, non solo con armi, ma con la consapevolezza e la fermezza delle nostre politiche.
Magdeburgo è solo l’ultimo esempio di come la tolleranza mal riposta possa portare a conseguenze catastrofiche. Dobbiamo agire, non solo per vendicare i morti e curare i feriti, ma per prevenire che altri mercatini di Natale diventino il palcoscenico di un simile orrore.
La “dissimulazione” (taqiyya), prevista dall’islam indica la liceità di nascondere o addirittura rinnegare esteriormente la fede.#Magdeburgo
— Francesca Totolo (@fratotolo2) December 21, 2024
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