Natale, se non vogliamo sia uno degli ultimi fermiamo l’immigrazione islamica
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ALLARME: IL NATALE 2025 POTREBBE ESSERE UNO DEGLI ULTIMI IN ITALIA SE NON FERMIAMO L’IMMIGRAZIONE ISLAMICA REGOLARE!
L’Italia è a un bivio storico, una svolta che potrebbe segnare la fine delle nostre tradizioni più sacre e radicate. Il Natale 2025 potrebbe essere uno degli ultimi celebrati in modo tradizionale se non interveniamo immediatamente per arginare l’immigrazione islamica regolare, che sta trasformando il nostro paese in qualcosa di estraneo.
Abbiamo visto con orrore come giovani immigrati di origine islamica, cresciuti qui ma estranei ai nostri valori, hanno formato una cellula jihadista a Bologna, guidata da una studentessa. Questi non sono casi isolati; sono segni di una radicalizzazione che si diffonde come un virus tra i giovani, sfruttando la rete e le politiche di immigrazione che permettono a famiglie intere di ricongiungersi, portando con sé non solo persone, ma anche ideologie pericolose.
Il caso di Francesco Favaretto, ucciso da due “nuovi italiani” a Treviso, è un campanello d’allarme che non possiamo ignorare. Questi giovani, nati qui ma cresciuti in famiglie che non hanno mai veramente abbracciato i valori italiani, sono diventati un pericolo per la nostra sicurezza. E mentre noi festeggiamo il Natale, loro si radicalizzano, minacciando la nostra pace e il nostro modo di vivere.
Torino, una volta città simbolo dell’Italia industriale e culturale, è ora il teatro di violenze e intimidazioni da parte di bande giovanili islamiche che impongono il loro coprifuoco, trasformando le nostre città in zone di guerra. Abbiamo visto due ragazzini italiani brutalmente aggrediti da venti nordafricani, e Francesco sgozzato da otto baby immigrati solo perché difendeva la sua fidanzata. Queste non sono più notizie sporadiche; sono segni di una crisi che sta erodendo il nostro tessuto sociale.
Il nostro Natale, simbolo di pace, amore e famiglia, è sotto attacco. Le celebrazioni potrebbero diventare sempre più rare o addirittura proibite in certe aree, se continuiamo a permettere che il nostro paese venga trasformato da chi non ha interesse a integrarsi ma solo a imporre la propria cultura. La storia della Siria, dove un tempo il cristianesimo era dominante, dovrebbe insegnarci una lezione: l’immigrazione islamica non controllata può cambiare radicalmente l’identità di una nazione.
La nostra risposta non può essere il silenzio o l’accoglienza senza condizioni. Dobbiamo rivedere le nostre politiche migratorie, fermare i ricongiungimenti familiari indiscriminati e proteggere il nostro patrimonio culturale e religioso prima che sia troppo tardi. Se non agiamo, il Natale 2025 potrebbe essere uno degli ultimi che possiamo celebrare liberamente la nascita di Cristo, in un’Italia ancora riconoscibile come nostra.
È tempo di svegliarsi, di agire con decisione, perché il futuro non è solo nelle nostre mani, ma anche nelle tradizioni che vogliamo preservare per le generazioni future.
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