Terrorismo islamico: un arrestato voleva aprire moschea a Monfalcone come il PD
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Monfalcone Sotto Assedio: L’Immigrazione Islamica e il Pericolo dei Ricongiungimenti Familiari
La città di Monfalcone è diventata il teatro di una minaccia che non possiamo più ignorare: l’immigrazione islamica, regolare o sotto copertura di ricongiungimenti familiari, sta mettendo a rischio la nostra sicurezza e identità culturale. È evidente nel recente arresto del 27enne di origine turca, definito dai suoi complici come “Bro turco”, che ha dimostrato come la nostra accoglienza indiscriminata sia stata sfruttata per diffondere odio e terrorismo.
Questo individuo, residente a Monfalcone, non solo ha utilizzato internet e i social media per il proselitismo jihadista ma ha trasformato i locali di kebab che gestiva in luoghi di indottrinamento. Conosciuto per le sue critiche anti-italiane e per aver intonato canti jihadisti davanti a minori, ha chiaramente abusato della nostra ospitalità. Non sorprende che fosse coinvolto nei progetti di aprire una moschea, sfidando le ordinanze locali che da tempo cercano di proteggere la città da tali influenze pericolose mentre il Pd manifesta con gli islamici per la moschea.
Il Sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint, ha avuto ragione da subito nel mettere in guardia contro i pericoli dell’immigrazione islamica non controllata. La sua critica ai ricongiungimenti familiari non è stata solo un atto di protezione della comunità ma una previsione del pericolo che oggi si concretizza. Non possiamo permettere che le nostre città diventino terreno fertile per il radicalismo islamico, dove si parla di aprire moschee con i soldi del terrorismo, come è stato il caso del “Bro turco”, condannato in Turchia per finanziamento terroristico.
Le indagini che lo coinvolgono, sia a Monfalcone che a Udine, per il suo percorso di radicalizzazione e i suoi legami con altri indagati per reati simili, sono solo la punta dell’iceberg. Questa situazione dimostra come il nostro sistema di accoglienza e i ricongiungimenti familiari siano stati manipolati per importare ideologie pericolose nel nostro paese.
È tempo di risvegliarsi da questa follia multiculturale che ci sta portando sull’orlo del precipizio. Dobbiamo fermare l’immigrazione islamica, rivedere le politiche di ricongiungimento familiare e proteggere le nostre comunità dalla radicalizzazione. Il caso di Monfalcone è un monito per tutta l’Italia: dobbiamo agire ora, prima che sia troppo tardi. La nostra sicurezza e la nostra cultura sono in gioco.
Il Sindaco Cisint ha dimostrato coraggio e lungimiranza. Ora tocca a noi, come cittadini e come nazione, fare lo stesso.
Arrestato 27enne per proselitismo e attività terroristica a Monfalcone
25 Dicembre 2024
Un uomo di 27 anni, di origine turca, è stato arrestato ieri a Monfalcone nel corso di un blitz dei carabinieri del Ros. L’arresto è stato il risultato di una complessa indagine della Procura di Bologna, coordinata dalla Procura nazionale antimafia e antiterrorismo, con l’accusa di far parte a vario titolo di un’associazione terroristica dedita alla propaganda pro “Al Qaeda” e “Stato Islamico”.
Il sospettato, noto come il “Bro turco”, gestiva due locali di kebab da asporto insieme al fratello e stava cercando di aprire una moschea a Monfalcone nonostante un’ordinanza di chiusura di due luoghi di culto. Le indagini hanno rivelato che l’attività di proselitismo non si limitava solo all’online ma avveniva anche nei locali gestiti dall’uomo, dove esprimeva spesso commenti anti-occidentali e intonava canti jihadisti.
Il 27enne era anche oggetto di indagini a Udine per il suo percorso di radicalizzazione e per i rapporti con un altro indagato per reati simili. In Turchia, era già stato condannato per finanziamento terroristico.
Fonti:
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