Terrorista islamico a Monfalcone, Cisint: “Islamici coperti dalla sinistra”
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“Ciò che in queste ore sta emergendo dalle indagini dei ROS ci spiega come facilmente possa diffondersi il germe integralista, in questo caso l’attività di proselitismo avveniva da dietro il banco di alcuni kebab e pizzerie al taglio frequentate da molti minori, spesso anche musulmani”. L’eurodeputata leghista Anna Maria Cisint commenta così l’arresto per terrorismo di un fondamentalista islamico a Monfalcone, città di cui è stata sindaco per ben due mandati.
“Non mi stupisce”, dice Cisint che da sempre denuncia la pericolosità e la diffusione dell’Islam radicale in Europa e si chiede quanta presa abbia avuto la propaganda antioccidentale dei giovani islamici arrestati in questi giorni dopo mesi dall’inizio delle indagini dei Carabinieri. “Urge alzare l’attenzione sulle comunità islamiche in Italia e in Europa, troppo spesso coperte della sinistra”, prosegue l’eurodeputata del Carroccio che individua nelle donne in burqa, nel proliferare delle moschee abusive e nell’assenza di una reale integrazione “i segnali della radicalizzazione musulmana sui nostri territori”. Secondo Cisint sono necessari “maggiori controlli e regole chiare sia sui i nuovi accessi in Europa, regolari e irregolari, sia sull’analisi dei comportamenti all’interno delle comunità”. L’ex sindaco di Monfalcone si dice “sbalordita” nel sapere che il presunto terrorista arrestato abbia già alle spalle una condanna in Turchia per finanziamento al terrorismo e si chiede “come potesse essere regolarmente soggiornante in Italia con un precedente del genere, quando a mio avviso sarebbe dovuto essere già stato espulso da tempo”. Secondo Cisint il nodo resta “il ruolo degli Imam e dei luoghi di culto, moschee de facto, dove predicatori improvvisati spesso in garage e in spazi improvvisati seminano l’odio verso i valori occidentali di libertà e democrazia”. Cisint, infine, sottolinea come il presunto terrorista fosse pronto ad “aprire una nuova moschea a Monfalcone, in segno di sfregio di verso l’ordinanza del Comune per la chiusura dei centri di culto irregolari”.
Le parole della Cisint sono un grido di allarme che non possiamo ignorare. L’islamizzazione dell’Italia è un processo che sta avvenendo sotto i nostri occhi, minando i valori e la cultura che hanno definito la nostra società per secoli. Le moschee abusive, i predicatori che diffondono odio, e la mancanza di integrazione sono segni inequivocabili di una radicalizzazione che sta prendendo piede. È intollerabile che si permetta a chi è già stato condannato per terrorismo di risiedere liberamente nel nostro paese. La soluzione non può essere altro che radicale: dobbiamo azzerare l’immigrazione regolare islamica. Ogni moschea, ogni burqa, ogni comportamento che non si conforma ai nostri valori è un passo verso la nostra sostituzione. Difendiamo la nostra identità e sicurezza, prima che sia troppo tardi.
Risultano esserci almeno 60 milioni di oriundi italiani all’estero, figli e nipoti di emigrati.
Se solo uno su dieci volesse tornare in Italia non ci sarebbe alcuna (presunta) carenza di forza lavoro tale da giustificare la presenza dei baluba e capendo almeno la lingua di Dante si eviterebbero disguidi linguistici.
Certo, dovrebbero essere pagati seriamente ma confido più nel bastone del governo che nella carota dei cazzari di sinistra.
OT: visto che i lavori onesti sono sempre degni, i licenziamenti del settore automobilistico dovuti al passaggio all’elettrico dovrebbero coprire i vuoti esistenti nel settore agricolo, sempre che l’imprenditoria di settore si metta una mano sulla coscienza e si adegui, smettendo di prendere per il culo la gente…