Cecilia Sala, anche l’Italia arresta chi la pensa diversamente dal regime
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La Contraddizione della Liberaldemocrazia: Il Caso Cecilia Sala e l’Ipocrisia dei Diritti
Nel mondo complesso e spesso ipocrita della politica internazionale, l’arresto della giornalista italiana Cecilia Sala in Iran ha sollevato un’ondata di critiche contro il regime di Teheran, denunciando la violazione della libertà di stampa. Tuttavia, questa indignazione morale mostra, in modo non meno evidente, una contraddizione profonda all’interno delle liberaldemocrazie occidentali: criticano l’Iran e altri regimi autoritari per le loro pratiche oppressive, mentre applicano a casa propria metodi che, seppur meno brutali, sono comunque repressivi e liberticidi. Una censura più sottile, orwelliano, perché si camuffano da ‘buoni’.
L’Iran e l’Arresto di Cecilia Sala
Cecilia Sala, giornalista e autrice del podcast “Stories”, è stata arrestata dalle autorità iraniane il 19 dicembre 2024, mentre si trovava a Teheran per lavoro. L’arresto, avvenuto senza accuse formali, ha scatenato una reazione globale, con l’Italia e diversi attori internazionali che hanno invocato la libertà di stampa e i diritti umani. Sala è stata portata nel famigerato carcere di Evin, noto per ospitare dissidenti e giornalisti, e la sua detenzione ha messo in luce le pratiche repressive del regime iraniano.
La Liberaldemocrazia e la Legge Mancino
Ma mentre puntiamo il dito contro l’Iran, dobbiamo guardare allo specchio che ci riflette. In Italia, ad esempio, la Legge Mancino, introdotta nel 1993, è stata spesso criticata per la sua vaghezza e per il potenziale uso repressivo contro chi esprime opinioni non conformi. Questa legge, che mira a contrastare le idee, ha un’applicazione talvolta controversa che può soffocare il dissenso, in modi non meno drammatici rispetto all’Iran. La critica alla legge Mancino è spesso quella di essere uno strumento per “fare fuori” i dissidenti, non fisicamente ma socialmente e legalmente, attraverso processi per reati d’opinione.
La Parabola dell’Ipocrisia
Il paradosso della liberaldemocrazia è che, mentre condanna le violazioni dei diritti umani in paesi come l’Iran, allo stesso tempo coltiva meccanismi che minano la libertà di espressione. Mentre alcuni paesi arrestano i giornalisti, altri li “uccidono” metaforicamente attraverso leggi che possono essere interpretate in modo da limitare il discorso pubblico.
Nei paesi occidentali, la censura non avviene attraverso la forza bruta ma attraverso il diritto, la stigmatizzazione sociale e la manipolazione del discorso pubblico. Questo non significa equiparare i metodi repressivi dei regimi autoritari con quelli liberaldemocratici: i nostri sono peggiori.
Conclusione
Se vogliamo davvero difendere la libertà di stampa e il diritto alla critica, dobbiamo essere coerenti e auto-critici, riconoscendo che la libertà non è un dono che si può concedere solo agli altri ma una responsabilità che va coltivata anche a casa nostra.
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