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Magistratura Ideologicamente Compromesse: Il Complotto per Scavalcare il Governo

Sotto l’albero di Natale si è consumato un vero e proprio colpo di stato giudiziario, passato inosservato solo grazie al clima festivo, ma che segna un nuovo capitolo nell’eterno scontro tra politica e una magistratura ormai in alcune sue componenti apertamente eversiva. Dopo mesi di polemiche feroci sulla protezione internazionale, il governo aveva cercato di aggirare l’opposizione ideologica dei magistrati delle sezioni specializzate spostando il potere decisionale sui trattenimenti dei migranti alle corti d’appello. Una mossa che sembrava mettere fine alle interferenze di queste toghe rosse. Ma i giudici, in un atto di aperta ribellione, hanno risposto con un trucco infame: il presidente della corte d’appello di Roma, Giuseppe Meliadó, ha arruolato sei giudici direttamente dalla sezione immigrazione del tribunale, gli stessi che hanno affossato le politiche di Giorgia Meloni e svuotato i centri in Albania.

Questo è il colpo di stato giudiziario in piena regola! Si parla di una “scelta tecnica” per gestire l’afflusso dei procedimenti, ma è una menzogna bella e buona. Hanno rispolverato una procedura eccezionale, usata solo in pochissimi casi, per invalidare deliberatamente le nuove leggi del governo Meloni, che miravano a mettere un freno alle sentenze creative e ideologicamente motivate della magistratura.

Per mesi, i giudici di Roma e di altre città hanno attaccato ferocemente le scelte del governo, bombardando la Corte Europea di Lussemburgo con quesiti e sospendendo le deportazioni in Albania. Il governo ha risposto con il trasferimento delle competenze alle corti d’appello, solo per ritrovarci gli stessi giudici ideologicamente compromessi, pronti a continuare la loro guerra contro l’Italia.

La Cassazione ha cercato di ristabilire l’ordine, stabilendo che è il governo a dover definire i paesi sicuri, ma i magistrati, in un atto di sfida aperta, continuano a sovvertire questa impostazione, caso per caso, senza rispettare la legge dello Stato. Questa è eversione, non giustizia!

Ora, mentre Meloni cerca di riavviare l’operazione Albania, un piano che, pur con le sue difficoltà, gode di consenso europeo, questi giudici ideologicamente compromessi continuano a sabotare il lavoro del governo. È un paradosso grottesco: in patria, Meloni subisce attacchi da una magistratura che sembra voler sovvertire la democrazia, mentre raccoglie plauso in Europa.

Questo scontro non è solo aspro, è un attacco alla sovranità dello Stato, una cospirazione giudiziaria che mette in pericolo la stabilità del nostro paese.

E’ tempo che il governo scavalchi la magistratura. Serve una legge che dichiari lo stato di emergenza ed elimini ogni possibilità di appello per i clandestini che devono essere dichiarati nemici pubblici. Serve un totale rovesciamento della res publica.