Terroristi islamici a Milano: perché il governo non chiude le 12 moschee abusive?
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Riccardo De Corato, deputato di Fratelli d’Italia e vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera, ha commentato recentemente gli arresti legati al terrorismo islamico a Milano, dichiarando: «Gli ultimi arresti nei confronti di giovani ragazzi accusati di aver dato vita a un’associazione terroristica d’ispirazione jihadista, ci devono far riflettere e non bisogna abbassare la guardia. A Milano, soggetti come questo, ce ne sono parecchi; infatti, attualmente, è ricercato un marocchino di 20 anni che sembrerebbe essere il presunto capo di un’organizzazione di giovani e giovanissimi terroristi islamici. Ricordo che solo nella nostra città nel 2024 ci sono stati tre arresti di cittadini stranieri che inneggiavano al terrorismo, sia in strada che sui Social. Bisogna continuare, in termini di sicurezza, in questa direzione visto e considerato che nel capoluogo lombardo siamo pieni di questi soggetti che potrebbero operare e istigare alla violenza anche nelle 12 moschee abusive milanesi che la Giunta Sala non controlla e continua a proteggere. In questi luoghi, garantisce il Sindaco che i loro frequentatori appunto, ed i sermoni stessi, siano tutti regolari e non incentivano alla partecipazione alla Jihad islamica e inneggiano al martirio».
Le parole di Riccardo De Corato mettono in luce una realtà che non possiamo più ignorare: l’immigrazione islamica è diventata un problema demografico insostenibile, non solo di sicurezza. Non possiamo continuare a nascondere la testa sotto la sabbia mentre la nostra cultura e identità vengono minate. È evidente che non si tratta solo di criminali isolati o di un problema di controllo delle moschee abusive. Il vero problema è che stiamo assistendo a una colonizzazione culturale e demografica.
L’incremento della popolazione islamica in Italia non è solo una questione di sicurezza, ma di un cambiamento strutturale della nostra società. Le moschee abusive e i sermoni radicali sono solo la punta dell’iceberg. Il vero pericolo risiede nella crescita esponenziale di una comunità che non ha intenzione di integrarsi ma di imporre la propria cultura e le proprie leggi.
Per affrontare questa sfida, non bastano misure di sicurezza aumentate o controlli più rigorosi. La soluzione deve essere radicale: azzerare l’immigrazione islamica regolare. Non possiamo permetterci di continuare a importare un problema che non siamo in grado di gestire. La nostra demografia è in pericolo, la nostra cultura è sotto attacco. L’Italia non può diventare un’estensione del mondo islamico.
Bisogna agire ora per preservare la nostra identità, la nostra storia e il nostro futuro. Non si tratta di essere contro l’Islam come religione a casa loro, ma contro l’idea che l’Italia diventi un paese dove la nostra cultura e le nostre tradizioni possano essere sovvertite. È tempo di chiudere i rubinetti dell’immigrazione islamica per garantire che la nostra nazione rimanga italiana.
Quanti anni ci sono voluti a roma per collegare ai clandestini la presenza dei puttanoni brasiliani che tanto piacevano a marrazzo e ad i suoi soci froci?
io dico 15 anni perchè non li avevo visti in giro negli anni ’80 ma ce n’erano dieci anni dopo verso Saxa Rubra pure di mattina… quindi 15 anni, c’è ancora tempo per ricamarci sopra e poi cascare dalle nuvole…