Guerriglia di notte in cittadina italiana: «Non possiamo più vivere così»
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Una notte di puro terrore ha strappato via ogni parvenza di tranquillità da Schiavonea. Nella notte scorsa, un’orda di stranieri, senza alcun rispetto per la comunità locale, ha scatenato una rissa brutale nel cuore del Quadrato Compagna. Questo episodio, di una gravità che sfida ogni comprensione, ha visto un gruppo di individui scontrarsi con una ferocia inaudita, trasformando una serata di pace in un inferno.
La violenza ha raggiunto livelli vergognosi, iniziando poco dopo l’una di notte. La quiete di Schiavonea è stata violata da immagini di una barbarie senza precedenti: colpi, calci, pugni e il fragore di bottiglie di vetro che si infrangono hanno terrorizzato i residenti, costringendoli a vivere momenti di puro orrore. La popolazione locale, ormai in preda al panico, ha chiamato disperatamente le forze dell’ordine, sperando in un intervento che potesse riportare la calma.
Due pattuglie dei carabinieri sono arrivate sul posto, ma i colpevoli di questo scempio si erano già dispersi, dimostrando disprezzo non solo per la legge ma per la stessa sicurezza della comunità. La rapidità dell’intervento non è bastata a fermare questi criminali, che hanno fatto perdere le loro tracce, lasciando dietro di sé una scia di paura e danni.
«Questa è diventata la nostra routine, una maledizione», ha esclamato un abitante, il volto segnato da un’angoscia profonda. «Non possiamo più vivere così. Le istituzioni devono agire, e farlo con decisione, prima che Schiavonea diventi un campo di battaglia definitivo.»
Le indagini sono appena all’inizio, con un compito che sembra quasi insormontabile: identificare i responsabili di questo orribile episodio. I carabinieri stanno raccogliendo testimonianze, sperando in qualche filmato di sicurezza che possa gettare luce sulla vergogna di questa notte. Ma il punto è uno: l’immigrazione incontrollata sta mettendo a rischio la stessa esistenza pacifica delle nostre comunità.
Ogni giorno che passa, con l’arrivo di nuovi stranieri, sembra che la nostra sicurezza, la nostra cultura e la nostra tranquillità vengano sempre più calpestate. È tempo di chiedersi fino a quando permetteremo che il nostro paese diventi un terreno fertile per la violenza e la criminalità importata. Urge un cambiamento drastico nelle politiche migratorie, prima che la nostra Italia si perda in un incubo senza fine.
Ho visto che questo posto è vicino a Cosenza e gli amici calabresi che conosco io una cosa del genere non la permetterebbero mai e poi mai perchè si tratterebbe di una questione di principio: se uno và a casa loro per dare ordini rischia la pelle e conosco gente del genere in mezzo mondo (basta essere educati e rispettarli, non ci sono mai problemi)
Ci sarà sotto qualcosa che non conosciamo oppure non ci sono più uomini d’onore?
va (terza persona singolare presente del verbo andare) non si scrive con l’accento casomai con l’apostrofo se vuole essere un imperativo.
Quanto ai calabresi e ai meridionali in generale ma anche per i cittadini della mia amata Livorno e pure per i sardi mi chiedo anch’io come mai tollerino certa schifezza sul loro territorio…loro che sono stati capaci di rivolte tipo Reggio Calabria e di far arrivare in Barbagia persino l’esercito, insomma di coltivare in certe regioni una criminalità organizzata che detta legge. Forse vedono la criminalità d’importazione come una riserva di mano d’opera, o schiava o criminale.
Negli ultimi 50 anni hanno lasciato correre ma ho studiato l’italiano prima, quando faceva testo il toscano ottocentesco che ammette sia i monosillabi accentati anzichè no, come riportava il primo DOP del ’69.
Se poi ti da fastidio non posso farci niente, alla mia età non si cambia più.
Circa le etnie malavitose, attorno a napoli i baluba prosperano e non risultano fare affari diretti con la camorra… vediamo cosa succederà.
A Livorno ci venivo nel secolo scorso perchè vi lavorava una tizia che mi faceva eccezionali lame non metalliche, a prova di metal detector e non posso dire di più, scusa.
Cordialità, UGdV