Mentre Mattarella parlava i suoi ‘patrioti’ umiliavano l’Italia
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Ieri sera, mentre il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella pronunciava discorsi altisonanti sull’integrazione e l’importanza dei migranti come “patrioti” per l’Italia, la realtà sul campo raccontava una storia ben diversa. A Milano, in piazza Duomo, durante i festeggiamenti di Capodanno, si è scatenata una vera e propria guerriglia urbana, con bande di giovani islamici che hanno aggredito le forze dell’ordine mentre i loro colleghi mettevano a ferro e fuoco la città nelle periferie ormai a maggioranza islamica come San Siro. La polizia, già sotto pressione, è stata sopraffatta e umiliata, incapace di mantenere l’ordine pubblico in uno dei luoghi simbolo della nostra cultura e identità.
I fatti sono chiari: le violenze delle gang islamiche a Capodanno non sono state un incidente isolato, ma un sintomo di una situazione che sta degenerando rapidamente. Gli insulti lanciati contro la nostra nazione e le forze dell’ordine, con grida di “Vaffanclo Italia, polizia di mrda”, rappresentano un affronto diretto alla nostra sovranità e dignità. Questi atti non solo sfidano l’autorità dello Stato, ma minano la coesione sociale e la sicurezza dei cittadini italiani.
Mentre a Milano si consumava questa barbarie, a Rimini un migrante egiziano ha deciso di scatenare il terrore, accoltellando passanti a caso finché non è stato fermato da un carabiniere. Questo episodio, che ha portato alla morte dell’aggressore, non è che un altro esempio lampante di come l’immigrazione incontrollata porti a situazioni fuori controllo, dove la violenza diventa moneta corrente e la sicurezza pubblica è messa a repentaglio.
Mattarella, con i suoi discorsi idealizzati, sembra vivere in un mondo lontano dalla realtà vissuta dai cittadini. Parlare di patriottismo e integrazione mentre il paese è alla mercé di tali episodi di violenza non è solo un’offesa al buon senso, ma un insulto a chi vive quotidianamente le conseguenze di queste politiche migratorie fallimentari. La sua retorica, che celebra i migranti come risorsa, appare cieca di fronte a questi atti di barbarie che minano le fondamenta stesse della nostra società.
È evidente che le politiche di accoglienza indiscriminata hanno fallito. Lui ha fallito. La impossibile integrazione, la tolleranza verso atti criminali e la mancanza di rispetto per le nostre leggi e tradizioni stanno trasformando le nostre città in campi di battaglia. La retorica del Presidente non solo contraddice la realtà, ma rischia di legittimare un’ideologia che ci porta verso l’autodistruzione culturale e sociale.
È tempo di ripensare seriamente alle nostre politiche migratorie, di mettere la sicurezza e l’identità nazionale al primo posto, e di smettere di dipingere un quadro idilliaco che non corrisponde alle tragedie che si consumano nelle nostre strade. I cittadini italiani meritano rispetto, sicurezza e una leadership che non si accontenti di parole vuote, ma che agisca con fermezza e realismo.
Questo è il vero volto dell’immigrazione che Mattarella non vuole vedere: non patrioti, ma una minaccia alla pace sociale e alla nostra stessa esistenza come nazione unita e sicura. Noi siamo i patrioti, loro sono gli invasori. E lui è il loro profeta.
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