Immigrazione è il Male Irreversibile per la Nazione
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L’Immigrazione: Un Male Irreversibile per la Nazione
L’idea che esista un’immigrazione “buona” è una favola per ingenui e un pericoloso inganno per chiunque ami la propria nazione e cultura. Non c’è nulla di benefico in un fenomeno che, in ogni caso, altera il tessuto socio-culturale del nostro Paese, trasformandolo in qualcosa che non riconosciamo più. Gli immigrati, con la loro presenza, modificano irrimediabilmente l’identità nazionale, distruggendo ciò che ci rende unici, ciò che abbiamo costruito attraverso secoli di storia.
Parliamo della cosiddetta “integrazione”. È un mito, una parola vuota usata per tranquillizzare chi è ancora cieco di fronte alla realtà. Non esiste integrazione quando le culture in questione sono intrinsecamente non assimilabili. Le seconde e terze generazioni, lungi dall’adottare i valori e le tradizioni del paese ospitante, spesso diventano ancora più violente e radicali dei loro predecessori. Questo non è un fenomeno isolato; è una tendenza osservabile in ogni angolo d’Europa dove l’immigrazione è stata promossa come una soluzione.
Guardiamo ai fatti: le comunità che si formano non si integrano, creano enclave culturali in cui dominano le leggi del loro paese d’origine. La violenza aumenta, non perché questi giovani non abbiano alternative, ma perché sono cresciuti con un senso di separazione e di disprezzo verso la cultura che li ha accolti. Questa è la realtà delle “seconde generazioni”: più distruttive, più radicalizzate, meno italiane di quanto i loro genitori mai fossero.
La società multiculturale, predicata così tanto dalle élite politiche e intellettuali, non è altro che un’utopia ideologica, un’arma usata per giustificare la sostituzione etnica. È una strategia deliberata per cambiare la composizione demografica delle nostre nazioni, per erodere l’identità culturale e storica di paesi come l’Italia. Chi parla di multiculturalismo non intende una pacifica coesistenza di diverse culture; intende la dominazione di una cultura a scapito di un’altra, la nostra.
Siamo di fronte a un’aggressione culturale, un attacco alla nostra essenza. Non è solo un cambiamento; è un oltraggio alla nostra storia, alle nostre tradizioni, alla nostra identità. Non c’è nulla di umanitario in questa distruzione sistematica della nostra società. La verità è che l’immigrazione, così come è gestita oggi, è una forma di colonizzazione inversa, una guerra silenziosa ma devastante contro il nostro modo di vivere.
È tempo di dire basta. Dobbiamo riconoscere che l’immigrazione, in questo contesto, non porta nulla di buono. Dobbiamo rifiutare il multiculturalismo come un’ideologia distruttiva e difendere ciò che siamo, ciò che siamo stati e ciò che dobbiamo continuare a essere. L’Italia per gli Italiani, non solo per il nome, ma per la cultura, la lingua, e l’identità che ne deriva. La nostra risposta deve essere chiara: fermare questo massacro culturale, fermare l’immigrazione che ci cambia e ci annulla.
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