Islamici celebrano Capodanno sparando e minacciando stragi in Italia – VIDEO
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Le autorità italiane sono troppo occupate a investigare sui nazisti di Telegram che postano qualche immagine nostalgica? pic.twitter.com/k7mx4OAtRP
— Francesca Totolo (@fratotolo2) January 2, 2025
Questa è la gente che ci siamo portati in casa.
Non c’è cura per questa mentalità.
Unica soluzione:
ESPULSIONI DI MASSA.— Francesco 🇮🇹 (@SaP011) January 2, 2025
Le autorità giudiziarie italiane, con le loro toghe rosse, sembrano aver perso completamente il senso delle priorità. Mentre il nostro paese vive sotto la minaccia costante di un’ondata di violenza da parte di immigrati islamici, i nostri giudici e le forze dell’ordine sono impegnati in una caccia alle streghe contro chi posta immagini nostalgiche su Telegram. È un’assurdità che sfiora il grottesco.
I migranti musulmani, che con sfacciataggine annunciano sui social come TikTok il loro desiderio di sgozzare gli italiani, non ricevono la stessa attenzione. Anzi, vengono accolti, protetti, e spesso giustificati. Questi individui, che non solo minacciano la nostra sicurezza ma la mettono in pratica sparando per le strade durante la notte di Capodanno, rappresentano una minaccia reale e immediata. Eppure, mentre i proiettili volano e il sangue viene versato, la risposta delle autorità è debole, quasi inesistente.
È evidente che il nostro sistema giudiziario ha scelto da che parte stare: non con la sicurezza dei cittadini italiani, ma con un’ideologia che protegge l’indifendibile. Mentre si inseguono i fantasmi del passato, si ignorano i mostri del presente. La giustizia italiana si perde in un labirinto di burocrazia e ideologia, dimenticando che il suo dovere primario è proteggere i propri cittadini dalla violenza reale, non da quella immaginaria o storica.
Le toghe che dovrebbero garantire giustizia e ordine stanno invece facilitando un’agenda che mina la nostra sicurezza. Non si tratta solo di incompetenza; è una scelta politica, una distorsione delle priorità che mette a repentaglio l’integrità del nostro paese. Le nostre città sono diventate zone di guerra a causa di questi immigrati, ma le autorità sono troppo impegnate a combattere le ombre del passato.
È tempo di un cambiamento drastico. Le forze dell’ordine e il sistema giudiziario devono riconoscere la vera natura della minaccia che incombe su di noi. Non possiamo permetterci di ignorare i segnali chiari e inequivocabili di violenza e odio che vengono espressi apertamente sui social media. Non possiamo lasciare che la nostra nazione sia trasformata in un campo di battaglia a causa dell’incapacità o della volontà politica di chi dovrebbe proteggerci.
L’immigrazione islamica, come gestita oggi, non è solo un problema di integrazione fallita; è una minaccia alla nostra esistenza stessa. Le nostre toghe devono svegliarsi, smettere di cacciare fantasmi e iniziare a proteggere il presente. La nostra risposta deve essere severa, chiara, e inequivocabile: rimpatri di massa e una politica di immigrazione che metta al primo posto la sicurezza degli italiani. Basta con la cecità ideologica, basta con l’ingenuità. È tempo di difendere l’Italia, prima che sia troppo tardi.
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